La cattedrale di Barcellona – gotica e dal titolo di Santa Croce e Santa Eulalia – certamente non rivaleggia con le grandi cattedrali della sua epoca per la facciata (che, del resto, è ottocentesca) ma quello che ti colpisce è invece la luce.
La luce di pietra della Cattedrale di Barcellona

Che sia romanica, gotica, barocca o anche moderna, una grande cattedrale è sempre un luogo che emoziona il visitatore ma che incute anche rispetto al fotografo. Almeno finché non trovi con essa una sintonia, finché non trovi un percorso per raccontarla.
La luce calda, sui toni del marrone, dovuta probabilmente ai colori della sua pietra è, nel caso della Cattedrale di Barcellona, il filo conduttore di questo percorso
Sebbene le sue tre svettanti navate (ventisei metri di altezza) non lascino dubbi sulla sua concezione gotica, le cappelle laterali sono il trionfo del barocco. Sono ventotto e custodiscono altrettanti capolavori: statue, altari ed intagli dorati, retablo suntuosi che da XIV secolo arrivano fino al XVIII, raccontano la Fede ai visitatori.
Cattedrale di Barcellona: gli opposti si attraggono
Due però sono, secondo me, le emozioni più forti che la Cattedrale di Barcellona regala e che, paradossalmente, rappresentano due valori tra di loro all’opposto.

La prima è la Cripta di Santa Eulalia, martirizzata dai romani nel 300 d.C. e patrona di Barcellona, posta sotto l’altare principale. Il suo sarcofago di alabastro, preziosamente istoriato, concentra su di se lo sguardo del visitatore in una cripta che, per quanto su di un lato completamente aperta verso la navata centrale, mantiene intatta il suo misticismo.
La seconda è il Coro, posto maestosamente al centro della navata principale. Così sul momento non riesco a ricordarne uno più bello. Gli stalli quattrocenteschi intagliati recano gli stemmi dei cavalieri del Toson d’Oro. Sono semplicemente splendidi ed unici.
Così due valori opposti si fronteggiano e dialogano da secoli. Il martirio, ovvero il sacrificio assoluto, opposto alla gloria umana nella sua rappresentazione più ostentata e spudorata.
Il Toson d’Oro
Perdonatemi una digressione. Il Toson d’Oro era l’ordine cavalleresco per eccellenza. Ornava il collo solo dei potentissimi e nobilissimi appeso ad un suntuoso collare d’oro. Quando colui che lo aveva ricevuto moriva, il Toson d’Oro andava restituito al Gran Maestro dell’Ordine.
Spesso, però, i successori del cavaliere restituivano il collare d’oro ma tenevano per se l’emblema. E qui viene il bello. Perché l’ordine degli uomini più potenti d’Europa è un oggetto grande come il quadrante di un orologio da signora. Un piccolo ciondolo che però rappresentava al mondo intero quale fosse il potere di colui che lo indossava. Anche qui due opposti che si toccano: il vertice del potere e la dimensione ridottissima, quasi umile, del simbolo.
Se non lo avete mai visto dal vivo, fate una passeggiata a Sabbioneta, il sogno realizzato di Vespasiano Gonzaga Colonna. Lì troverete esposto il suo. Senza il collare d’oro, ovviamente.
Cattedrale di Barcellona: visita e particolari
Ma torniamo alla Cattedrale di Barcellona. Come spesso accade nelle grandi chiese, sono i piccoli particolari che vanno scoperti ed apprezzati. Mettetevi naso al cielo e guardate gli ornamenti delle chiavi di volta delle altissime volte.
Sono uno più bello dell’altro (un paio li trovate in photogallery). Oppure le figure sacre ritratte sporgere sui lati esterni del recinto del coro. Da non perdere neanche i volti e le statue dei suonatori che abbelliscono l’organo sul lato destro dell’edificio prima dell’abside (sempre nella gallery).
Infine il chiostro, dove all’architettura gotica fanno da contrasto le palme in un giardino lussureggiante. Non mancate neanche (tanto c’è l’ascensore) di andare in cima all’edificio.
Intanto è sempre bello vedere le guglie gotiche da vicino, poi potrete vedere in lontananza la Sagrada Familia. Non è che capiti tutti i giorni di vedere una basilica in costruzione con tanto di gru tutt’intorno.
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