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Sardegna Archeologica: il nostro itinerario

E’ possibile disegnare un itinerario nella Sardegna Archeologica? Nuraghi, domus de janas, tombe dei giganti, pozzi sacri rendono unico il paesaggio della Sardegna e testimoniano quanto capillari fossero gli insediamenti della Civiltà Nuragica.

In tale vastità è impossibile vedere tutto. Così quello che vi offriamo è un percorso di alcuni luoghi indimenticabili dell’archeologia della Sardegna.

La Sardegna, come ha scritto Giovanni Lilliu, padre dell’Archeologia Sarda, è come un continente per la varietà dei suoi scenari e della sua natura. Ma anche per la varietà delle sue espressioni artistiche che dalle epoche più antiche passano alle grandi chiese del romanico-pisano o dell’elaborato stile catalano al barocco fino all’arte moderna alla quale la Sardegna ha dato maestri importanti.

Sardegna Archeologica: un itinerario

Dunque, per descrivere un itinerario archeologico della Sardegna ci vorrebbe un libro. E’ però possibile, nello spazio di un articolo, individuare alcuni luoghi iconici per costituire un itinerario di base.

Per ogni luogo abbiamo poi scritto un articolo specifico che troverete linkato. Così potrete utilizzare questo articolo sugli itinerari della Sardegna Archeologica come una piccola guida.

Museo Archeologico di Cagliari e i Giganti di Monte Prama

Il Museo Archeologico di Cagliari è il luogo da cui partire per la nostra scoperta della Sardegna Antica. Perché l’archeologia sarda non si esaurisce con la Civiltà Nuragica. E’ fatta di tante presenze sull’isola: fenici, cartaginesi, romani. Questi ultimi in modo particolarmente significativo.

Ma è fatta anche di influenze e rapporti commerciali con tutte le sponde del Mediterraneo ed è in questo contesto che si rivelano i Giganti di Monte Prama. Ritrovati nel 1974 a Cabras nel Sinis, le statue erano già state distrutte in tempi antichi, forse intorno al 400 aC in epoca punica, ed i frammenti ammucchiati sopra una  necropoli nuragica. Le sculture, sebbene non siamo in grado di ricostruirne l’originaria disposizione, erano poste ad ornamento o a protezione delle tombe. Non sappiamo chi le realizzò. Forse artisti provenienti dall’Oriente del Mediterraneo?

E’ proprio il Museo Archeologico di Cagliari a custodire il maggior numero di statue. Ne troverete altre al Museo Archeologico di Cabras, un altro luogo da visitare assolutamente. Sono la prova di come la Sardegna fosse un incrocio di rotte navali anche da luoghi lontani.

Comunque, i Giganti di Monte Prama vanno visti piuttosto che raccontati. Cliccate QUI per l’articolo e il video.

Per approfondire invece il significato di Civiltà Nuragica e la figura del padre dell’Archeologia Sarda Giovanni Lilliu, cliccate QUI

Barumini: il Villaggio Nuragico

Per capire cosa fosse un Villaggio Nuragico e cosa rappresentasse un grande nuraghe è necessario visitare Su Nuraxi a Barumini, circa 60 km a nord di Cagliari. Infatti se l’immaginario collettivo è quello del nuraghe isolato in posizione dominante, Barumini sovverte questa ipotesi. Su Nuraxi è quello che, se ci trovassimo nel MedioEvo, definiremmo un castrum con le sue fortificazioni incentrate sul mastio ed intorno il villaggio.

Un mastio imponente che arrivava a diciotto metri di altezza in tre “piani”. Con un cortile interno dotato di un pozzo profondo oltre venti metri. Un’opera di ingegneria imponente: non a caso Su Nuraxi a Barumini è Patrimonio Unesco.

Per conoscerlo meglio, leggete l’articolo Su Nuraxi a Barumini e guardate il Video.

Nuraghe Santu Antine: la Reggia Nuragica

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Santu Antine – Corridoio

Il nuraghe di Santu Antine deve il suo soprannome al fatto di essere, probabilmente, il più scenografico dei nuraghi sardi. Anche qui le parole non contano, è necessario provare l’emozione sulla pelle. Grandi spazi interni, massi ciclopici. Se vi ci ritroverete come è stato per noi da soli in una fredda mattina d’inverno col vento freddo e teso, non lo dimenticherete più.

Siamo al centro della Sardegna settentrionale. Circa mezz’ora a sud di Sassari in un’area ricca di testimonianze monumentali e artistiche. Santu Antine deve il suo nome alla vicina chiesa dedicata a Santu Antine, ovvero il nome in sardo dell’imperatore Costantino. La struttura ha invece da sempre portato il nome di Sa Dome de Su Re, cioè “la casa del re” poiché le sue caratteristiche costruttive uniche fanno pensare ad una reggia. La torre centrale risale probabilmente al 1500 a. C. mentre il completamento della costruzione che ha generato un nuraghe trilobato con tre torri agli angoli che racchiudono un cortile va dal IX all VIII secolo.

Parliamo di emozione pura e dunque ci vogliono gli occhi.. Per video e articolo cliccate Santu Antine Reggia Nuragica..

La Tomba del Capo

A pochi chilometri dalla Reggia Nuragica troverete la Necropoli di Sant’Andrea Priu con la famosa Tomba del Capo. Si tratta della più importante e affascinante tomba ipogea in Sardegna. Ciò che la rende unica non sono solo la sua antichità e le sue dimensioni ma bensì il riuso che se ne è fatto in epoche diverse ed i suoi affreschi.

Nasce infatti come sepoltura nuragica per poi essere impiegata in epoca romana, come testimoniano gli affreschi in stile classico e poi in epoca alto medievale come rivelano le figure di santi di matrice bizantina e poi ancora in una fase ulteriore quando nel 1313 fu consacrata con il titolo di Sant’Andrea dal Vescovo di Sorres.

Imperdibile. Per l’articolo clicca Tomba del Capo

Nuraghe La Prisgiona Arzachena

Se per le vostre vacanze avete scelto la Costa Smeralda, il nuraghe La Prisgiona ad Arzachena è il luogo da visitare. Si tratta di un villaggio nuragico ti tutto rispetto sebbene più piccolo di Barumini. Posto nella valle di Capichera, quella dell’omonimo vermentino. ha vissuto la sua storia tra il XIV ed il IX secolo a.C..

Cioè che lo rende speciale, se lo visiterete nella luce calda dell’imbrunire, sono le sfumature di colore delle sue rocce di granito. Un’altra particolarità di La Prisgiona sono i tetti. Infatti, il forte vento di quest’area della Sardegna consigliò agli abitanti del villaggio di ricoprire all’esterno i tetti di argilla in modo da consolidare la struttura e generando così un tetto vero e proprio (il concetto della tegola, in fondo, non è molto diverso).

Per l’articolo clicca Nuraghe La Prisgiona.

Pozzo Sacro di Santa Cristina: la regina delle acque

L’importanza dell’acqua in tutte le civiltà ed in quelle più antiche in particolare è un fatto noto e quindi lo darei per conosciuto. La Civiltà Nuragica non fu da meno e rese sacre le sue sorgenti opere di raffinata architettura.

Il Pozzo Sacro di Santa Cristina è l’esempio più significativo di tale genere ma anche la prova della capacità progettuale e realizzativa degli architetti nuragici. Giovanni Lilliu spiega magnificamente il fascino di questo luogo:

.Nel santuario di Santa Cristina Paulilatino, steso su un altopiano tra antichi olivi, poco distante dal nuraghe e dal piccolo borgo nuragico, fa spettacolo il meraviglioso pozzo sacro, contornato dalle casette per i novenanti e dai posti di mercato. Si vedono inoltre l’ampio vano della sacrestia e il recinto per la fiera del bestiame. Già verso il IX secolo a.C. ..il sacro vi esplodeva come avviene ancora oggi nel ‘muristene’ presso la chiesetta rustica della santa, che, nella forma circolare, imita l’antico”.

Per l’articolo cliccate Pozzo Sacro di Santa Cristina Paulilatino.

Orune: la Fonte Sacra di Su Tempiesu

su tempiesu oruneIl nostro itinerario nella Sardegna Archeologica si porta adesso fuori dalle piste battute. Infatti, se il Pozzo Sacro di Santa Cristina è conosciutissimo e facilmente accessibile, la Fonte Sacra di Su Tempiesu a Orune è tutt’altra storia.

Questa piccola ma emozionante fonte sacra si trova infatti al termine di un percorso un po’ scosceso (nulla di temibile) nel mezzo del verde e della natura. E’ un luogo di solitaria meditazione e di antica magia. Di Su Tempiesu affascina la copertura a doppio spiovente che genera al loro interno un timpano triangolare la base del quale ospita la fonte vera e propria. Come una freccia, un’antenna, verso il cielo.

Orune poi, a 25 km da Nuoro, è al di fuori delle usuali rotte turistiche ma, viceversa, comodo da raggiungere se vi troviate a Cala Gonone o ad Orosei in vacanza. Nell’articolo trovate tutte le info. Cliccate Fonte Sacra Su Tempiesu Orune

Santa Sabina di Silanus

Se viaggiate in direzione di Macomer (o vi provenite), Santa Sabina a Silanus vi potrebbe apparire come un miraggio nelle prime luci del mattino. Così è successo a noi.

Questo luogo magico, la Crèsia e Nuraghe de Santa Sarbana, è la prova provata di come civiltà e religioni diverse continuino ad insediarsi nei medesimi luoghi o perché favorevoli o proprio per dare il senso di una evoluzione della civiltà stessa pur nella continuità.

Comunque, in questo piccolissimo villaggio dedicato alle novene, troverete uno accanto all’altra un nuraghe e una chiesa dalla pianta particolarissima. Non vi dico di più: andateci! Tutte le info cliccando Santa Sabina di Silanus.

chiesa santa sabina silanus
Santa Sabina a Silanus

Necropoli di Sas Concas a Oniferi

Quando l’abbiamo visitata noi per girare il video che troverete più sotto, è stato un po’ come essere Indiana Jones. Infatti la necropoli di Sas Concas a Oniferi era assolutamente selvaggia e la visita affidata alle doti di esploratore di ciascuno. Siamo nel centro della Sardegna: a venti minuti da Mamoiada con le sue maschere e quaranta da Orgosolo con i suoi murales.

Con i suoi graffiti degli Uomini Capovolti la necropoli di Oniferi è un luogo senza uguali. Il loro significato richiama il passaggio dalla vita terrena al mondo dei morti. Scrive Ercole Contu in La Sardegna preistorica: “..il mondo dell’aldilà è infatti concepito ‘alla rovescia’ presso varie popolazioni primitive extraeuropee e persino in certe tradizioni popolari della Sardegna”.

Oniferi non può che far parte del vostro itinerario della Sardegna Archeologica. Per la storia e il video, cliccate Oniferi Necropoli Sas Concas.

Necropoli di Montessu a Villaperuccio

La Necropoli di Montessu a Villaperuccio è la più estesa necropoli di domus de janas della Sardegna sud orientale. Inoltre le sue domus de janas sono particolarmente ampie: delle tombe santuario.

Le 35 tombe visitabili sono costruite a dominare un panorama di prim’ordine. Infatti, scavate nella porzione più alta dell’anfiteatro di tracheite che domina la vallata sottostante, consentono di intravedere all’orizzonte il mare.

Insomma, meritano la visita. Inoltre a Carbonia abbiamo da proporvi una deviazione verso l’archeologia industriale di cui diremo tra un attimo. Per la visita cliccate Necropoli Montessu Villaperuccio.

Isola di Sant’Antioco

Nuragica prima e poi colonia fenicia, cartaginese e romana, punto di passaggio per chi attraversasse il Mediterraneo, l’Isola di Sant’Antioco è di per se un parco archeologico con un museo assolutamente da vedere.

A tal proposito, la sala forse più interessante è quella dedicata al Tofet. Questo era l’area sacra dedicata alla sepoltura degli infanti nella tradizione fenicio-punica. Quello di Sant’Antioco fu utilizzato dal VIII al II secolo a.C. e quindi consente di rendersi conto di come cambiarono le tradizioni e le urne di sepoltura per sei secoli anche in funzione degli influssi culturali esogeni all’isola.

Per l’articolo e il video, cliccate I Tesori di Sant’Antioco.

Carbonia: la miniera di Serbariu

carbonia miniera serbariuIl sud-ovest della Sardegna, l’area del Sulcis Iglesiente fu una zona mineraria fin dall’antichità. Poi, insieme alla modernità, arrivarono anche le tecnologie per industrializzare l’attività mineraria. Oggi che quest’ultima non è più economicamente conveniente, le miniere sono in diversi casi divenuti luoghi di archeologia industriale.

La storia che vi raccontiamo è quella dell’epopea della Miniera di Serbariu a Carbonia, Città di Fondazione, come la non lontana Arborea.

E’ una storia fatta di grandi sacrifici umani ma anche di dignità ed orgoglio esemplari. Una visita che porterete per sempre nel cuore.

Per saperne di più cliccate Carbonia: la miniera di Serbariu.

Visitare la Sardegna – Approfondimenti

Un viaggio in Sardegna non può che comprendere anche le sue meravigliose spiagge e le affascinanti chiese romaniche. Ecco le nostre guide in proposito;

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.