San Benedetto in Piscinula
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San Benedetto in Piscinula: storia e visita

San Benedetto in Piscinula, chiesa in Trastevere ai bordi del Tevere a ridosso dell’Isola Tiberina, è una delle chiese di Roma antica, dei primi secoli del Cristianesimo.

San Benedetto e Roma

san benedetto in piscinula visitaSebbene nato a Norcia, San Benedetto (Norcia 480 – Montecassino 547), era in realtà di famiglia romana. Infatti il padre Eutropio apparteneva alla Gens Anicia ed era legato a Norcia in quando console romano per quella regione. La madre, Abbondanza Claudia de’ Reguardati, era invece originaria proprio della città umbra.

La Gens Anicia era una delle famiglie più rilevanti nella Roma di quegli anni. Ad essa appartenevano Severino Boezio (475-524), filosofo ma anche uomo di stato, braccio destro del re ostrogoto Teodorico, e papa Gregorio I (540-604). Quest’ultimo, più noto come Gregorio Magno, fu un pontefice chiave in quei secoli di passaggio tra Impero Romano e Medioevo. Anche i pontefici Felice III (morto nel 492) e suo nipote Agapito I (morto nel 536) appartenevano alla Gens Anicia.

Dunque San Benedetto da Norcia visse in un momento di particolare splendore per la Gens Anicia che fornì alla Chiesa ben tre pontefici tra III e IV secolo.

Sappiamo che, sebbene nato a Norcia, San Benedetto venne educato a Roma. Qui arrivò a circa 12 anni di età. Dunque poco oltre il 490 d.C.. La casa natale di suo padre Eutropio si trovava, con buona probabilità, nei pressi di San Benedetto in Piscinula e proprio questo fu il luogo delle prime meditazioni religiose di San Benedetto.

San Benedetto in Piscinula: la storia

Dobbiamo ritenere che già dall’VIII secolo esistesse un oratorio laddove oggi troviamo la chiesa di San Benedetto in Piscinula. Nel 1192 Cencio Camerarius, nato Cencio Savelli e poi divenuto Onorio III, la cita nel suo Liber Censuum quale bene appartenente alla chiesa.

Dunque un edificio particolarmente antico. Infatti, a sinistra dell’antico narcete, troviamo l’Oratorio di San Benedetto ed una piccolissima cella dove San Benedetto ancora adolescente si sarebbe ritirato in preghiera e penitenza.

La chiesa e la sua arte

San Benedetto in Piscinula – Vergine con Sant’Anna e il Bambino

San Benedetto in Piscinula, che deve il suo nome alla probabile presenza di un impianto termale romano, vi lascerò sopresi. Infatti, varcata la soglia di un’anonima facciata ci si trova proiettati in un antico narcete.

Sulla sinistra il piccolo Oratorio di San Benedetto. Di fronte l’accesso alla chiesa articolata in tre navate. A colpire il pavimento cosmatesco, vasto e ben conservato, e le colonne di spoglio ciascuna con il suo capitello romano di epoca e foggia diversi.

La chiesa doveva avere originariamente un vasto corredo di affreschi del quale sopravvivono solo alcune porzioni. Quattro le figure mariane. La Madonna della Misericordia (XIII sec.) nell’Oratorio di San Benedetto e la Madonna del Latte tra San Pietro e Paolo nel narcete. Poi, al lato destro dell’altare, una Vergine con Sant’Anna e il Bambino (XIII sec.) e sull’altare una Madonna con Bambino del medesimo secolo. Ai due lati dell’abside gli affreschi cinquecenteschi di San Biagio e San Nicola.

Infine, all’inizio della navata di destra non perdete l’affresco staccato che raffigura San Benedetto giovane.

Approfondimenti

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Tra questi:

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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