Al numero 22 di Via dei Banchi Vecchi a Roma, se alzerete il naso all’insù, vi troverete ad ammirare un elegante facciata ornata a stucco. Si tratta di Palazzo Crivelli, noto più prosaicamente con il soprannome di Palazzo dei Pupazzi.
In realtà, come vedremo, gli stucchi del palazzo rappresentano argomenti di tutt’altro tipo ma, si sa, i romani sono da sempre affetti da una certa verve dissacratoria….
L’edificio prende il nome da Gian Pietro Crivelli, orafo milanese dal cognome evocativo. Infatti i Crivelli sono una casata milanese tra le più antiche avendo tra l’altro al sua attivo un papa, Urbano III nel XII secolo, e tre cardinali in epoche successive.
Gian Pietro Crivelli nel 1538 fa costruire il palazzo in questione creando una articolata decorazione a stucchi della facciata che a Roma è – per quanto è pervenuto a noi – una rarità.
Palazzo dei Pupazzi tra stucchi e iscrizioni
Prima di esaminare gli stucchi, leggiamo però l’iscrizione che si legge nella fascia sottostante le finestre del primo piano, ovvero: “Io. Petrus. Cribellus. mediolanen.(sis.) sibi. ac. suis a. fundamentis. erexit.”. In altre parole: “Pietro Crivelli milanese eresse dalla fondamenta per sé e per la sua famiglia”.
Poi nella fascia marcapiano al di sopra delle finestre troviamo menzionati tre pontefici: Giulio II della Rovere, Paolo III Farnese, e Urbano III. Al di sopra dei nomi, gli stemmi dei tre papi sorretti da angeli anche se in buona parte questi stucchi si sono deteriorati.
Paolo III sedette sul soglio pontificio dal 1534 al 1549. Dunque era pontefice all’epoca della costruzione del palazzo. Urbano III, come detto, era un Crivelli. Per Giulio II della Rovere… si accettano suggerimenti!
Gli stucchi di Palazzo Crivelli
Le decorazioni cambiano a seconda del piano. Il primo è caratterizzato da rappresentazioni legate alla guerra. Elmi, corazze e scudi sono posti tra le finestre al di sopra delle quali corre un festone tra teste di leone e mascheroni.
Nel secondo piano, invece, si alternano quattro finestre a volta e a timpano e ta di esse putti con trionfi di frutta.
Gli stucchi posti al di sopra delle finestre sono purtroppo in buona misura andati persi. Ogni finestra è (o era) sormontata da una coppia di satiri che si danno le spalle sorreggendo un ampio festone fitomormo che corre per tutta la lunghezza della facciata. Al di sopra del festone, nella parte di sinistra della facciate, sono anche rappresentate due aquile.
Il terzo piano è l’ultimo a recare la presenza di stucchi. Vi si trovano quattro finestre (due a volta e due rettangolari) ed al di sopra delle finestre rettangolari troviamo la narrazione di due eventi collegati a Paolo III. Nel primo l’imperatore Carlo V rende omaggio al pontefice. Nel secondo è ricordato il Convegno di Nizza del 1538 quando la mediazione di Paolo III portò ad una tregua decennale ta Carlo V e Francesco I re di Francia.
Potrebbe anche interessarti: Il palazzo affrescato di Piazza Sant’Eustachio
2 Comments