La Fontana dei Tritoni in Piazza della Bocca delle Verità a Roma, di fronte a Santa Maria in Cosmedin rischia di passare inosservata a causa delle meraviglie che la circondano. Invece, è un esempio pregevole di fontana sei-settecentesca e una testimonianza delle attività di urbanizzazione svolte dai papi in quel periodo.
Fontana dei Tritoni: storia e funzione
La Fontana dei Tritoni viene infatti realizzata su ordine di papa Clemente XI, al secolo Giovanni Francesco Albani (1649-1721), con fini non solo artistici quanto di distribuzione delle acque nella città di Roma.
Infatti, il luogo dove si trova la Fontana dei Tritoni era, al momento del pontificato di Clemente XI (1700-1721), l’ultima propagine abitata della Roma entro le mura. Ciò era tanto vero che, in origine, accanto alla fontana era presente un fontanile quale abbeveratoio per il bestiame.
Più di un secolo prima, nel 1587, era stato completato l’acquedotto dell’Acqua Felice e, dunque, Clemente XI pensò di sfruttarne una diramazione per approvvigionare la zona in questione.
Se, da un lato, poco abitata, dall’altro l’area annoverava testimonianze monumentali importantissime: lo straordinario tempio circolare di Ercole Vincitore, il Tempio di Portuno e la basilica di Santa Maria in Cosmedin. Dunque, la fontana dei Tritoni andava a collocarsi in un contesto pregevolissimo.
La struttura della fontana
Fortunatamente, sebbene l’opera avesse immediate valenze pratiche, i papi avevano sempre un occhio attento anche alla valenza estetica dei loro interventi.
Incaricato della fontana fu così Francesco Carlo Bizzaccheri (1656-1721), allievo di Carlo Fontana ed evidentemente gradito al pontefice. Infatti, al Bizzaccheri sono dovute anche le decorazioni esterne di Villa Aldobrandini a Frascati.
L’incarico gli venne affidato nel 1715 e, dai documenti di pagamento delle statue dei tritoni, doppiamo presumere che nel 1919 fosse terminata.
Francesco Carlo Bizzaccheri si ispirò, evidentemente alla Fontana del Tritone del Bernini che quest’ultimo aveva realizzato nel 1642 nell’odierna Piazza Barberini. Per rendere omaggio al pontefice, però, optò per realizzare una vasca ottagonale. Infatti, lo stemma Aldobrandini è caratterizzato sia dalla stella a otto punte che dalla banda controdoppiomerlata con otto merli.
Al centro della vasca si eleva una scogliera ornata di vegetazione.
Sopra di questa sono posti due tritoni con le code incrociate che sorreggono una valva di conchiglia che contiene l’acqua proveniente da uno zampillo centrale e che ricade poi nella vasca principale.
La valva di conchiglia reca ai lati due grandi stemmi degli Aldobrandini. Va detto, infine, che originariamente l’acqua zampillava anche da quattro mascheroni posti ai bordi della vasca principali. Questi vennero rimossi nel XIX secolo poiché non v’era portata d’acqua sufficiente ad alimentarli.
L’intera opera è in travertino. Le rocce sono dovute a Filippo Bai, intagliatore di marmi ed i tritoni a Francesco Moratti (1669-1719). Quest’ultimo, padovano e membro della Compagnia dei Virtuosi al Pantheon come il Bizzaccheri, fu scultore molto attivo a Roma con committenze anche da Clemente XI.
Accanto all’affascinante tempio di Ercole Vincitore ed all’antica basilica di Santa Maria in Cosmedin, la Fontana dei Tritoni è come una modella in uno studio di posa: vedrete che le belle inquadrature fotografiche non mancheranno.
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