La Chiesa di Santa Maria dell’Orto a Roma, in Trastevere, posta lungo la via omonima ed edificata nel corso del XVI secolo, ci racconta almeno tre storie interessanti.
La prima è quella dell’immagine della Vergine che qui si venera la quale, originariamente, si trovava collocata sul muro di un orto presente nei pressi dell’attuale chiesa. La seconda è quella degli orti di Trastevere. Infatti il toponimo Santa Maria dell’Orto nasce proprio dal fatto che la riva destra del Tevere (Trastevere viene dal latino trans Tiber, al di là del Tevere) era prevalentemente una zona agricola.
Infatti, se l’edificazione della chiesa di Santa Maria dell’Orto ha inizio nel 1498, Agostino Chigi costruisce la sua villa fuori porta, l’attuale Villa Farnesina, intorno al 1510.

Santa Maria dell’Orto: la chiesa delle Università del commercio
La terza curiosità è relativa al fatto che furono, nel corso del tempo, ben dodici le corporazioni (all’epoca dette Università) a sostenere l’edificio sacro. Tutte università di mercanti romani: Università dei Mercanti e Sensali di Ripa e Ripetta; Università dei Molinari e Garzoni dei Molinari; Università dei Pizzicagnoli o Pizzicaroli e Giovani dei Pizzicaroli; Università degli Ortolani e Garzoni degli Ortolani; Università dei Fruttaroli e Limonari; Università dei Vermicellari (artigiani e rivenditori di pasta) e Lavoranti Garzoni dei Vermicellari; Università dei Pollaroli; Università dei Scarpinelli (Ciabattini); Università dei Mosciarellari (venditori di castagne secche); l’Università dei Vignaroli; l’Università dei Barilari di Ripa. A queste ne vanno poi aggiunte addirittura altre che però sostennero Santa Maria dell’Orto per periodi più brevi. Ad esempio Capovaccari, Legnaroli e Fascinari di Marmorata, Marinari del Regno, Misuratori di Grano e Canepari.
Insomma, un interessante spaccato delle varie articolazioni del commercio di quei secoli quando Roma era governata dal Papa Re.

Progetto e Costruzione: Guidetti, Vignola e il Volterra
La Chiesa di Santa Maria dell’Orto a Roma, nella sua attuale conformazione, fu progettata da Guidetto Guidetti (Firenze fine XV sec. – Roma 1564).
Scrive in proposito la professoressa Maria Grazia Ercolino: “Sulla base di una serie di documenti rinvenuti tra le carte dell’archivio di S. Maria dell’Orto si può dimostrare il sicuro coinvolgimento del Guidetti nella fabbrica della chiesa dal 1555 al 1559. La costruzione dell’edificio, iniziato alla fine del XV secolo, procedeva molto lentamente e l’arrivo dell’architetto fiorentino nel cantiere coincise con l’inizio di una nuova fase di intensa attività edificatoria che, sotto la sua direzione, vide presumibilmente il completamento della zona absidale e degli altari maggiori e l’innesto e la prosecuzione del corpo a tre navate con cappelle laterali. Dalla disamina delle carte d’archivio si può ipotizzare che il ruolo del G. sia stato determinante nell’ideazione dell’intero impianto iconografico dell’edificio nelle sue forme attuali (F. Fasolo, La fabbrica cinquecentesca di S. Maria dell’Orto, Roma 1945)”.
La facciata è attribuita a Jacopo Barozzi, ovvero il Vignola, intorno al 1566, e portata poi a termine da Francesco Capriani da Volterra, detto il Volterra, il quale, intorno al 1576-1577, intervenne per la realizzazione del secondo ordine della facciata dell’edificio.
Chiesa di Santa Maria dell’Orto a Roma: l’interno
L’interno di Santa Maria dell’Orto si articola su tre navate divise da pilastri. Numerosi gli artisti, romani e non, che hanno collaborato alla sua decorazione. Tra questi Taddeo (1529-1566) e Federico Zuccari (1540-1609); Giovanni Baglione (1566-1643), Giacinto Calandrucci (1646-1707), Andrea Procaccini (1671-1734) Giuseppe e Andrea Orazi (1670/ Post 1724), Gabriele Valvassori, che fu architetto della Arciconfraternita di Santa Maria dell’Orto dal 1734 al 1758, ed al quale si deve tra l’altro il pavimento della chiesa.
Procediamo nella visita della chiesa riportando quanto ne ha scritto Fernandes Elias Junior del quale è possibile leggere per intero lo scritto cliccando QUI.

Navata di Destra
1 – Ingresso: Bussola in radica di noce (1784) dono dell’Università dei Garzoni Molinari.
2 – Controfacciata, navata destra: In alto, Giuseppe e Andrea Orazi: Il sogno di Giuseppe (1706). In basso, confessionale ligneo (1755) recante sulla sommità una formella in bronzo raffigurante una mola sul Tevere, dono dell’Università de Giovani Molinari.
3 – Cappella dell’Annunciazione (Università de’ Mercanti e Sensali di Ripa): Altare: Federico Zuccari, Annunciazione (1561). A destra: Virginio Monti, L’arcangelo Gabriele (1875). A sinistra: Giovanni Capresi, San Giuseppe (1878). Opera documentata (1561) restaurata nel 1998. Il pavimento fu rifatto nel 1749 su disegno di Gabriele Valvassori.
4 – Volticella della navata: G. e A. Orazi, Gloria di Maria (1708).
5 – Cappella di S. Caterina d’Alessandria (Università de’ Vermicellari). Altare: Filippo Zucchetti (1648-1712) Nozze, Mistiche di S. Caterina (1711). A destra: F. Zucchetti, San Pietro (1711). A sinistra: F. Zucchetti, San Paolo (sec. 1711). Volta: Tommaso Cardani, Angeli con i simboli del martirio (1711).
6 – Volticella della navata – G. e A. Orazi, Gloria di S. Caterina (1708).
7 – Cappella dei SS. Giacomo, Bartolomeo e Vittoria, (Università de Padroni, Affittuari e Mezzaroli di Vigne). Altare: Giovanni Baglione, Vergine col Bambino e Santi (ca. 1630). A destra: G. Baglione Martirio, di un santo diacono (ca. 1630). A sinistra: G. Baglione, Martirio di S. Andrea Apostolo (ca. 1630). Volta: affreschi (sec. XIX) con due angeli entro riquadri e una santa (forse santa Vittoria). Il pavimento fu rinnovato nel 1756 su disegno di G. Valvassori.
8 – Volticella della navata – G. e A. Orazi, Gloria di San Bartolomeo (1708).
Transetto di Destra
9 – Transetto di destra. Cappella del SS. Crocifisso (Università de’ Pollaroli). Altare: Crocifisso ligneo (sec. XVII). Alle pareti: Niccolò Martinelli da Pesaro detto “il Trometta” (1535-1611), Storie della Passione (1595). Diverse fonti indicano il Trometta come compaesano, allievo e pupillo di Taddeo Zuccari.

10 – Sottarco del transetto: Giacinto Calandrucci, Resurrezione di Cristo (1703) e coppie di angeli con i simboli della Passione.
11 – Portone ligneo di accesso all’Aula del Vestiario: In alto: Andrea Procaccini, La discesa dello Spirito Santo (1704). Angeli in stucco di Leonardo Retti.
12 – Volta centrale del transetto: G. e A. Orazi, Immacolata Concezione (1703). Pennacchi: G. e A. Orazi, Virtù della Vergine (1703). Disegno degli stucchi di L. Barattone; realizzazione di Simone Giorgini e Leonardo Retti.
Sul pavimento: Tarsia in marmo policromo (1747) dono dell’Università’ dei Fruttaroli, raffigurante un festone con varie specie di frutti. Sul pavimento, intersezione con la navata centrale: Lapide marmorea indicante il punto preciso in cui si trovava l’immagine della Madonna dell’Orto al tempo del miracolo originario e collocata in sito al momento della sua traslazione all’altare maggiore.
Chiesa di Santa Maria dell’Orto: Abside e Icona della Vergine
13 – Abside (Università del Fruttaroli): Altare maggiore di Giacomo della Porta (XVI secolo), restaurato da Gabriele Valvassori (1746-55), che custodisce la sacra immagine mariana. Affreschi di Federico e Taddeo Zuccari (ca. 1560) raffiguranti storie della vita della Vergine. Catino di destra: in alto Visitazione e in basso la Fuga in Egitto.
Catino di sinistra: in alto, Sposalizio e in basso, Natività. In alto, vetrata policroma con monogramma mariano formato da pomodori e peperoni (sec. XVIII). Nella volta del transetto la Concezione, affresco d’ignoto (1706). Sulla porta in fondo alla navata sinistra: Incontro di S. Anna con San Gioacchino, affresco di A. Procaccini (1704).
14 – Parete absidale di destra: In alto, lunetta di G. Baglione, L’incontro di Anna e Gioacchino e due profeti (1598). In basso, G. Baglione, Nascita di Maria (1598). Parasta prospiciente la balaustra: grottesca in stucco dorato (sec. XVII) cimata dal prospetto della chiesa.

15 – Volta dell’abside: G. Baglione, Morte, Assunzione e Incoronazione di Maria (1598).
16 – Parete absidale di sinistra: In alto, lunetta di G. Baglione L’angelo esorta Giuseppe a fuggire in Egitto e due profeti (1598). In basso, G. Baglione Presentazione al Tempio e annuncio a San Giuseppe (1598). L’affresco presenta una particolarità: a parte le vesti rinascimentali dei personaggi, la scena si svolge ai piedi di una scalinata che termina con lo scorcio d’un edificio, il quale è proprio la chiesa dell’Orto.
Parasta prospiciente la balaustra: grottesca in stucco dorato (sec. XVII) cimata da un prospetto che tradizionalmente vuolsi raffiguri la facciata dell’antico ospedale del Sodalizio ma che, più probabilmente, potrebbe in realtà trattarsi della facciata della cappella votiva primigenia eretta attorno all’immagine mariana (ca. 1490 – 95) oppure – ma con minori probabilità – di un non realizzato progetto di facciata precedente quello del Vignola.
17 – Portone ligneo di accesso alla Sacrestia: Accanto, singolare acquasantiera marmorea (sec. XVI) con mano reggente una piccola conca. In alto, A. Procaccini: Incontro tra Gioacchino ed Anna (1704). Angeli in stucco di L. Retti
La Vergine di Santa Maria dell’Orto
La sacra icona della chiesa di Santa Maria dell’Orto a Roma fu distaccata con tutta la porzione muraria dal suo sito originario e collocata prima al centro dell’edificio sacro, dove viene ricordata da una epigrafe, e nel 1556 sull’altare maggiore, ma fu solo nel 1860 che essa venne traslata sulla tela ovale di circa cm. 120×140 custodita nella nicchia absidale. Quest’ultima scena ritrae un momento alquanto insolito, se non addirittura eccentrico, nel panorama iconografico tradizionale: due giovani figure, di certo due angeli, avvicinano un ramo al Bambino onde permettergli di giocare con le foglie.

Transetto di sinistra
18 – Transetto di sinistra: Cappella di San Francesco d’Assisi (Universita’ de’ Padroni Molinari). Altare: statua del Santo (sec. XVII). Alle pareti: Niccolò Martinelli da Pesaro detto “il Trometta”, Storie di San Francesco (1595).
19 – Sottarco del transetto: Mario Garzi, Gloria di San Francesco (inizi sec. XVII).
Navata di Sinistra
20 – Cappella dei SS. Carlo Borromeo, Ambrogio e Bernardino da Siena (Università degli Scarpinelli). Altare: G. Baglione, Madonna col Bambino e Santi(1641). A destra: G. Baglione, Sant’Ambrogio a cavallo caccia gli Ariani da Milano (1641). A sinistra: G. Baglione, San Carlo Borromeo assiste gli appestati (1641).
21 – Volticella della navata – Giovanni Battista Parodi, Gloria di San Carlo Borromeo (1706).
22 – Cappella di San Giovanni Battista (Compagnia de’ Giovani Pizzicaroli). Architettura di G. Valvassori (1750). Altare: Corrado Giacquinto Battesimo di Cristo (1750). A destra: Giuseppe Ranucci Predica del Battista (1749). A sinistra: G. Ranucci La decollazione del Battista (1749).
23 – Volticella della navata – G. B. Parodi, Gloria di San Giovanni Battista (1706).

24 – Cappella di San Sebastiano (Università degli Ortolani). Altare: G. Baglione, San Sebastiano curato dagli angeli (1624). Il Baglione dipinse – col medesimo titolo (un altro olio su tela di grandi dimensioni nel Duomo di San Gemini, in Umbria). Le due raffigurazioni differiscono di molto, tranne che nel viso del Santo, sostanzialmente identico. A destra: G. Baglione, Sant’Antonio da Padova (1624). A sinistra: G. Baglione, San Bonaventura (1624).
25 – Volticella della navata – G. B. Parodi, Gloria di San Sebastiano (1706).
26 – Controfacciata, navata sinistra: Cantoria in legno dorato restaurata nell’anno 1825 a cura dell’Università’ dei Padroni Molinari. Nella balaustra, pannelli recanti prospettive di Molini sul Tevere. Organo monumentale (metà sec. XIX).
Chiesa di Santa Maria dell’Orto: la Navata Centrale
27 – Navata centrale – Giacinto Calandrucci, Assunzione di Maria (1706). Disegno degli stucchi di G. Valvassori.
28 – Arco trionfale. Figure in stucco di L. Retti (1704). Il pavimento delle tre navate, in marmi bianchi e grigi, fu realizzato su disegno di Gabriele Valvassori tra il 1747 ed il 1756.
La leggenda degli stucchi
Una “leggenda metropolitana” riguarda la Chiesa di Santa Maria dell’Orto a Roma. Infatti, sempre da Fernandes Elias Junior apprendiamo che: “Circa gli stucchi che decorano le volte della chiesa, va aggiunto che un’antica leggenda tramandata oralmente (ma che per qualche tempo trovò ospitalità anche in alcune pubblicazioni) vuole che in tali sontuosi ornamenti sia stato mescolato il primo oro venuto dall’America con Cristoforo Colombo. Nata probabilmente per la suggestione recata dal particolare anno di nascita della Confraternita (1492), la leggenda è in realtà destituita d’ogni possibile fondamento.

Una ben più autorevole tradizione, infatti, vuole che quell’oro decori il soffitto a cassettoni di S. Maria Maggiore, anche se pure in tal caso manca un qualsivoglia documento a conferma. Tuttavia, in via puramente teorica, la leggenda riguardante Santa Maria dell’Orto potrebbe avere qualche spunto di verità. Sembra, invero, che quella lavorazione nella basilica esquilina abbia dato luogo a parecchi ritagli e scarti, tutti comunque gelosamente conservati, sicché quantità infinitesimali potevano essere donate dal Reverendo Capitolo – per devozione, a scopo simbolico – a chi ne avesse fatta richiesta onde mescolarle a vernici, stucchi e quant’altro occorrente per la decorazione di altre chiese”.
Chiesa di Santa Maria dell’Orto – Approfondimenti
Per il sito della Chiesa di Santa Maria dell’Orto, Cliccate QUI
A pochi passi da Santa Maria dell’Orto si trova San Francesco a Ripa, su questa chiesa potete leggere:
- Simon Vouet: la Nascita della Vergine a San Francesco a Ripa
- Affreschi della Cappella dell’Annunciazione: piccoli tesori romani
- Estasi della Beata Ludovica: ultima scultura del Bernini
Se volete proseguire nella vostra visita di Trastevere, cliccate: Visitare Trastevere in un giorno
Infine, due documenti di approfondimento: