Le fontane barocche di Roma meritano un tour a sé per la loro bellezza, la storia e i grandi architetti che vi si sono cimentati. Se mi perdonerete l’uso un po’ allargato del temine barocco, ve ne vorrei raccontare dieci. Mettetevi un paio di scarpe comode e iniziamo il percorso…
Roma: antichi acquedotti e… fontane barocche
A differenza di quanto si potrebbe pensare, le fontane nascono a Roma per necessità e non (solo) per bellezza. Dal XII secolo la popolazione di Roma riprende piano a piano a crescere e, dunque, era necessaria una rete idrica che distribuisse l’acqua nelle sue strade.
I grandi acquedotti dei romani erano fuori uso per le devastazioni prodotte dalle invasioni barbariche e per la mancata manutenzione. Così, ai Papi, che oltre al potere spirituale amministravano anche quello secolare, toccò risolvere il problema.
Vennero così ripristinati gli antichi acquedotti e costruite le fontane necessarie alla distribuzione dell’acqua. Poiché Roma era anche allora la città della bellezza e nessuno voleva farsi parlar dietro, vennero realizzate fontane che erano insieme punti di distribuzione dell’acqua potabile e opere d’arte.
Fontane barocche a Roma: andare per papi o per acquedotti?
In termini pratici: che giro vogliamo fare? Andiamo in ordine cronologico (dunque per papi) o per il percorso degli acquedotti ai quali le fontane attingono? Preferirei quest’ultima ipotesi che ha anche il pregio di darci un’idea di come funzionasse la rete idrica di Roma.
L’Aqua Virgo o Acqua Vergine: l’acqua più antica del Rinascimento
Costruito ai tempi di Augusto, questo acquedotto serviva le zone che oggi diremmo del centro. In pratica, arrivando dalla Salaria e superati gli attuali Parioli, giungeva al Pincio. Da qui passando per (l’attuale) Corso finiva al Pantheon. Un successivo ramo arrivava fino a Trastevere.
Dunque era l’acquedotto del Campo Marzio, della parte pianeggiante di Roma. E’ anche quello che alimentava la fontana più antica della nostra passeggiata, ovvero la Fontana delle Tartarughe.
Fontana delle Tartarughe in Piazza Mattei
Costruita tra il 1581 e il 1588 nell’area dove abitava l’antica famiglia dei Mattei (che la vollero fortemente) non è una fontana barocca in termini stretti. E’ piuttosto una superba fontana rinascimentale in materiali preziosi. Bronzo e marmi quali l’africano e il pavonazzetto invece del più economico travertino che regnerà sovrano nelle fontane barocche.
Architetto della fontana fu Giacomo Della Porta ma l’idea delle tartarughe, quasi cent’anni dopo, fu del Bernini. Come scoprirete, a Roma costruire una fontana dava sempre luogo a qualche inconveniente e, per conseguenza, a qualche aneddoto. Ad esempio, la Fontana delle Tartarughe doveva in realtà ospitare otto delfini…
Se volete leggere tutta la storia (che merita) cliccate qui: Fontana delle Tartarughe tra bronzo e marmo
Fontana della Barcaccia a Piazza di Spagna
Come abbiamo detto, l’Aqua Virgo è quella della Roma pianeggiante. Poi, dal Pincio a Piazza di Spagna è un passo. Così quando Urbano VIII Barberini (molto attento a curare i dintorni del suo palazzo di Via Quattro Fontane) decise di distribuire l’acqua in quell’area la scelta fu ovvia. Ad occuparsene, tra il 1626 ed 1629 Pietro Bernini, padre di Gian Lorenzo che, ormai in attività da un pezzo, avrà probabilmente collaborato con il padre anche in quell’occasione.
La Barcaccia è un unicum. Direi più una scultura che una fontana. E’ una barca che sembra affondare ormai piena d’acqua in un mare che la cinge tutta intorno. Se avete dei dubbi sul fatto che queste fontane servissero a fare acqua, guardate le due piattaforme a poppa e a prua della barcaccia. Oggi ci fanno le foto i turisti, ieri ci si riempivano le conche.
Fontana dei Quattro Fiumi: piazza Navona
Siamo in pieno XVII secolo ed in pieno barocco. Innocenzo X Pamphilj affida a Gian Lorenzo Bernini la realizzazione di una fontana per Piazza Navona. Il risultato è un capolavoro che diviene un’icona del barocco e di Roma. Una fontana sulla quale non mancano gli aneddoti e le curiosità. Una realizzazione straordinaria che non si presta a riassuntini.
Per conoscerla cliccate e leggete l’articolo: Fontana dei Quattro Fiumi: ombelico di Piazza Navona
Fontana di Trevi: la più famosa al mondo
Credo di non sbagliare se, senza ricorrere agli esperti di sondaggi, dico che la Fontana di Trevi è la più famosa al mondo. Certamente è tra le primissime.
In realtà, per la media delle fontane romane, è anche moderna. Infatti fu terminata nel 1762 ma ci vollero 120 anni e numerose traversie perché… portasse acqua! Fu infatti Urbano VIII Barberini ad incaricare Gian Lorenzo Bernini nel 1640 di prendersene cura ma le cose non andarono come previsto anche a causa della morte di Urbano nel 1644.
In realtà Fontana di Trevi era lì – sotto altre vesti – da sempre. Infatti l’Aqua Virgo, sebbene in forma ridotta per i danni subiti dall’assedio dei Goti nel 537 d.C., non aveva mai smesso di portare acqua a Roma. Sappiamo anche che il punto terminale dell’acquedotto nel medioevo doveva trovarsi grossomodo dove oggi si trova la Fontana di Trevi.
Dunque una storia antica per un capolavoro quasi post barocco. Per saperne di più leggete: Fontana di Trevi acqua da record
L’Acqua Felice: l’acqua del Quirinale
Papa Sisto V (al secolo Felice Peretti) fu un grande costruttore di fontane. In pratica, dobbiamo a lui l’approvvigionamento idrico del colle Quirinale con la costruzione dell’Acquedotto Felice. Sul crinale del colle vennero a realizzarsi ben tre fontane monumentali.
Fontana del Mosè o Mostra dell’Acqua Felice
Realizzata nel 1586 questa fontana è quello che all’epoca si chiamava una mostra, ovvero il punto di arrivo in città di un acquedotto. Posta strategicamente ai confini della villa che la famiglia del pontefice possedeva nell’area oggi occupata da piazza Esedra e dalla Stazione Termini, consentiva però di servire anche tutto il colle Quirinale.
Infatti l’acquedotto corre lungo tutto il suo crinale oggi diviso tra via XX Settembre e Via del Quirinale. Raggiunta poi piazza del Quirinale continuava poi il suo percorso scendendo verso i Fori.
Per saperne di più cliccate Fontana del Mosè o Mostra dell’Acqua Felice
Le Quattro Fontane
Terminata la Fontana del Mosè, Sisto V si preoccupò che l’opera di distribuzione dell’acqua proseguisse. Così, nel 1590, in un punto strategico di Roma, realizzò ben quattro fontane. Il punto era strategico in quanto si trattava dell’incrocio tra la Strada Pia (oggi Via XX Settembre e Via del Quirinale) e la Strada Felice (ovvero Via Quattro Fontane e Via Sistina). In pratica uno snodo dal quale si poteva poi proseguire in ogni direzione all’interno della Città Eterna.
Poiché le casse pontificie erano un po’ in sofferenza, riuscì anche a far pagare l’opera a coloro che ne avrebbero beneficiato in quanto proprietari dei terreni intorno. Insomma, un matrimonio tra arte e affari.
Per saperne di più leggete Quattro Fontane: al centro della Roma di Sisto V.

La Fontana dei Dioscuri in Piazza del Quirinale
Certe cose accadono solo a Roma. Due giganti di marmo romani con i loro cavalli, scolpiti guardando a originali greci, sotto un obelisco egiziano. La grande vasca romana in granito grigio invece è di recupero: si trovava ai Fori dove era utilizzata come abbeveratoio per il bestiame…
Anche in questo caso l’aspetto attuale è il frutto di più interventi. Sisto V iniziò l’opera nel 1587 per condurre sulla piazza della residenza estiva dei papi l’Acqua Felice. Pio VI nel 1786 vi fece posizionare l’obelisco. Pio XII nell’800 inserì il grande cratere di granito.
Anche in questo caso vi propongo una lettura: Fontana dei Dioscuri: tutto il bello tra Atene e Roma
Fontana del Tritone a Piazza Barberini
Poiché l’acqua viaggia bene in discesa, fu facile per Urbano VIII procurarsi dall’Acqua Felice il liquido necessario per rifornire il suo palazzo di Via Quattro Fontane e, più in giù, un’icona di Roma: la Fontana del Tritone.
Gian Lorenzo Bernini, che conosceva bene la statuaria romana antica, mutua qualche idea qui e là e crea un capolavoro.
Se siete romani, è inutile che vi proponga un riassuntino. Se non lo siete, è bene comunque approfondire l’opera. Quindi vi propongo Fontana del Tritone: quando il barocco guarda all’antico.
Fontana dei Tritoni alla Bocca della Verità
Per toccare con mano questa funzione pratica delle fontane barocche, vi propongo un’ultima propagine dell’Acqua Felice: la Fontana dei Tritoni eretta tra il 1715 ed il 1719.
Clemente XI Albani la commissionò a Francesco Carlo Bizzaccheri (1656-1721) il quale realizzò un’opera ancora di gusto barocco. Com’è evidente, guardò infatti alla Fontana del Tritone del Bernini.
Siamo di fronte a Santa Maria in Cosmedin: all’epoca dei fatti una zona molto rurale. Infatti accanto alla fontana era posizionato un fontanile per il bestiame.
Per saperne di più Fontana dei Tritoni: settecento romano tra capolavori antichi.
Acqua Paola regina del Gianicolo
Quando Paolo V Borghese nel 1612 commissionò la Mostra dell’Acqua Paola a Giovanni Fontana già sapeva che sarebbe divenuta un landmark. Posizionata strategicamente per dominare Roma dall’alto, era il punto di arrivo del suo acquedotto o, meglio, dell’Acquedotto Traino opportunamente rimesso in funzione. Da qui, peraltro, si scende agevolmente a Trastevere. Potrebbe interessarvi leggere Visitare Trastevere in un giorno
Anche in questo caso la fontana è frutto di più passaggi. Nel 1690, infatti, papa Alessandro VIII, Ottoboni, incaricò il nipote di Giovanni Fontana (1638-1714), Carlo, di ampliare l’opera posizionandovi la grande vasca che vediamo oggi.
Per approfondire il tema e scoprire anche cosa andare a vedere proprio a pochi passi dalla fontana, vi propongo Fontana dell’Acqua Paola dominatrice del Gianicolo
Fontana dell’Acqua Acetosa
Questa volta usciamo dal giro degli acquedotti. La fontana dell’Acqua Acetosa era infatti alimentata dall’omonima sorgente dai poteri curativi. Purtroppo, l’inquinamento dei tempi moderni ha fatto si che oggi la fontana sia alimentata da acqua di acquedotto (moderno, però).
Anche in questo caso, ci misero mano più papi. La volle Paolo V nel 1616 (probabilmente gli tornava comoda nei giri a cavallo dalla sua Villa Borghese) e poi è stata accresciuta e restaurata alla bisogna da Alessandro VII Chigi e Clemente XI Albani.
E’ una bella presenza seicentesca in una zona di Roma ancora oggi ai margini dell’area abitata. In proposito leggete Fontana dell’Acqua Acetosa: curata da tre papi.

Villa Borghese: Fontana dei Cavalli Marini
In realtà non si può definire una fontana barocca in quanto realizzata nel 1790. Però siamo a Roma a Villa Borghese di cui la Fontana dei Cavalli Marini è un landmark: facciamo un’eccezione! L’opera fu voluta da Marcantonio IV Borghese nell’ambito di una risistemazione complessiva della villa.
Per approfondire la sua conoscenza, leggete Villa Borghese: la Fontana dei Cavalli Marini.
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