Vasanello – una trentina di chilometri da Viterbo e una decina dalla scenografica Orte – è un antico borgo altomedievale la cui principale attrazione è il Castello Orsini anche se dispone di due suggestive chiese romaniche: Santa Maria Assunta e San Salvatore. Il tutto si dipana in poche centinaia di metri con il Castello da fare da punto d’ingresso al raccolto borgo medievale.
Vasanello: il Castello Orsini
Il Castrum Bassanelli è di origini quantomai remote collocandosi in un’area abitata dagli etruschi prima e dai romani poi. Il più antico documento di epoca medievale in nostro possesso, è (come vedremo) un’iscrizione risalente al 1038: dunque, in loco, dovevano sorgere le opere militari necessarie alla difesa del territorio.
Il castello così come lo vediamo è ben più tardo. Infatti, la sua costruzione, sfruttando appunto una fortificazione preesistente, viene fatta risalire ad Orso Orsini, condottiero di ventura morto a Viterbo nel 1478, che lo tenne però per soli quattro anni. Il castello rimase comunque nell’orbita dei possedimenti della casata, probabilmente con le alterne vicende che caratterizzavano in quei secoli le lotte tra le grandi famiglie romane, per essere poi assegnato a Ludovico Orsini ed a sua moglie Adriana de Mila, spagnola e cugina del cardinale Rodrigo Borgia ovvero papa Alessandro VI.
I due ebbero un figlio, Orsino Orsini (1473-1500), di aspetto non particolarmente avvenente e cieco da un occhio tanto da essere soprannominato monoculus Orsinus. Ciò nonostante, il 9 maggio 1490 prese in moglie Giulia Farnese (1475-1524) passata alla storia per la sua bellezza e per essere poi stata amante di Alessandro VI Borgia e personaggio importante per la successiva ascesa al soglio papale della sua famiglia.
Orsino e Giulia Farnese
Orsino e Giulia vissero effettivamente nel castello tanto che ne sono state individuate le stanze da letto e la bella sala da bagno affrescata di Giulia. Per la verità, proprio a causa della sua stanza da letto (i due dormivano in stanze separate) il povero Orsino trovò la morte a soli 27 anni: infatti, una notte il solaio cedette ed Orsino perì nel crollo della stanza stessa.
Giulia aveva comunque fatto in tempo a dare alla luce una figlia, Laura, che nel 1505 sposò Nicola della Rovere. Per la figlia, Giulia Farnese fece predisporre il secondo piano del castello e sono i due matrimoni fin qui narrati a spiegare gli stemmi presenti nel Castello di Vasanello.
Infatti, alla Rosa degli Orsini si possono vedere accostati il giglio dei Farnese e la quercia dei Della Rovere nonché l’unicorno, simbolo di purezza, utilizzato da Giulia. Peraltro, Giulia Farnese, dal 1506 prenderà possesso come feudataria di Carbognano che governerà fino alla morte eleggendolo a sua residenza fino al 1522 quando si trasferì a Roma.
Castello di Vasanello visita
Il castello di Vasanello, invece, passa ancora di mano nel corso dei secoli. Da prima ai Colonna (una figlia di Laura e Nicola Della Rovere, Elena, sposerà Stefano Colonna) e poi ai Colonna di Sciarra ed ai Barberini. L’ultimo di questo casato a possedere Vasanello fu Maffeo Barberini Colonna di Sciarra (1850-1925). Questi, nel 1907, lo cedette agli attuali proprietari, i marchesi Misciattelli.
I restauri compiuti dai marchesi Misciattelli fanno si che il piano nobile del castello sia fruibile per la visita potendo godere appieno dell’atmosfera di questa dimora che da presidio militare si è successivamente trasformata in una residenza aristocratica per quanto sempre fortificata.
Particolarmente toccante – come spesso avviene in questi casi – è la visita all’ambiente destinato a carcere nel piano basso di una delle torri. Le pareti, annerite dal fumo del fuoco che i carcerati accendevano per scaldarsi, sono ricoperte dai graffiti degli stessi.
Dulcis in fundo, c’è il parco che ha un inaspettato Giardino dei Semplici, termine antico che indica l’area dedicata alla coltivazione delle piante officinali. Inaspettato perché per accedervi si passa attraverso una scala scavata nel masso di tufo sul quale poggia il soprastante giardino del castello.
San Lanno patrono di Vasanello
San Lanno (280-296 d.C.), nato probabilmente a Colonia da famiglia cristiana, entrò giovanissimo nell’esercito romano. Durante le persecuzioni avvenute sotto l’imperatore Diocleziano, il 5 maggio 296 venne decapitato per essersi rifiutato di offrire un sacrificio alle divinità pagane.
Le sue spoglie riposano oggi nella cripta della chiesa romanica intitolata all’Assunzione della Vergine (la chiesa di Santa Maria Assunta) proprio di fronte al castello. Le ossa del santo, in realtà, erano state nascoste nelle mura del primitivo castello per sottrarle ai rischi legati alle razzie dei saraceni che fino al X secolo rappresentarono un problema significativo tanto per la Sabina che per la Tuscia. Ritrovate nel 1628, vennero deposte ove oggi si trovano.
La chiesa, di forma irregolare, con una torre campanaria il cui muro, nella parte più bassa, è probabilmente romano, fu eretta su un preesistente tempio pagano. Non escluderei anche un antico uso militare del campanile. In realtà è abbastanza evidente come Santa Maria Assunta come la vediamo oggi sia il risultato di aggiunte successive.
L’interno si articola su tre navate. Nel portico, sono presenti alcuni spezzoni di bassorilievi databili (a prima vista) tra l’VIII e il IX secolo.
La Chiesa di San Salvatore a Vasanello
Anch’essa romanica, possedeva un portico poi abbattuto per far posto alla torre campanaria. La chiesa si articola su tre navate. Nell’abside bello il tabernacolo di marmo bianco databile, a prima vista, tra il XV e il XVI secolo. Nella controfacciata, si trova una cappellina mariana circondata da affreschi e sulla parete di destra (guardando la cappellina) altri affreschi tra i quali una Deposizione. Accanto, a destra, l’epigrafe già citata che ricorda la morte, avvenuta nel 1038, dell’Arciprete Domenico.
Proprio di fronte alla facciata della chiesa di San Salvatore si trova il campanile alto ben 28 metri ed articolato su sei piani. Il primo è contraddistinto da bifore, gli altri cinque da trifore.
Si vuole che parte delle pietre provengano dal basolato della Via Amerina.
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