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Trulli di Alberobello: visita e storia

I Trulli di Alberobello sono un’affollata meta turistica e fin qui non ci piove. Mantengono però intatta un’atmosfera del tutto particolare dove il tempo sembra essersi fermato. Così, la visita dei trulli di Alberobello è un must in un viaggio in Puglia…

Proprio per l’affollamento di cui sopra, è bene programmare la visita fuori stagione, magari anche in un giorno feriale. Una volta giunti sul luogo, non vi resta che perdervi nei vicoli cercando il vostro scatto fotografico da concorso perché la fotogenicità dei trulli di Alborebello è fuori discussione.

I Trulli: cosa sono?

trulli alberobello visitaI trulli sono delle costruzioni a secco che impiegano pietra calcarea. Questa è facilmente estraibile, in quanto affiorante dalla terra, e lavorabile. Dunque, troveremo i trulli in zone, quali la Murgia, dove la pietra calcarea è abbondante.

La caratteristica più evidente del trullo è la pseudo-cupola che funge da tetto. Si tratta di una struttura autoportante costituita da giri sempre più stretti di lastre di calcare (chianche) rientranti un giro rispetto al precedente. Sul lato esterno dei vari giri vengono poi poste lastre più piccole (chiancarelle) che danno al tetto la tenuta da acqua e aria.

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In termini pratici, i trulli rappresentato un’area specifica (sito UNESCO) dell’abitato di Alberobello che si arrampica su una collina. Alla base di quest’ultima, troviamo Largo Martellotta e Via trulli alberobello visitaIndipendenza che potete prendere come punto di riferimento per iniziare la vostra passeggiata.

Per dare uno sguardo generale, salite però sul lato opposto rispetto alla collina dei trulli fino alla chiesa del SS. Sacramento e di Santa Lucia che, dalla sua terrazza, vi permetterà di cogliere un colpo d’occhio generale.

Dopodiché non vi resta che arrampicarvi su per le stradine del quartiere dei trulli risalendolo fino alla sua sommità dove troverete la chiesa a trullo, uno dei landmark di Alberobello.

Trulli di Alberobello: un po’ di storia

In realtà, come vedremo, i trulli di Alberobello non sono costruzioni particolarmente antiche. Quel che è certo, invece, è che la forma del trullo è assolutamente prossima a quella dell’antica tomba a thòlos (cioè a cupola). Si tratta di una forma utilizzata già nell’Età del Bronzo e diffusasi un po’ in tutto il Mediterraneo.

visita trulli di alberobello visitaEra utilizzato anche dagli etruschi in funzione sepolcrale, ma non bisogna dimenticare come anche i nuraghi (soprattutto alcuni) riprendano chiaramente la costruzione a thòlos.

Il trullo ne è dunque un adattamento in funzione di ricovero o abitazione rurale. Peraltro, non è esclusiva della Puglia. Troviamo forme simili in Sicilia, Abruzzo, Molise ma anche in Istria. Dunque, una forma intimamente legata alle civiltà mediterranee.

Nello specifico di Alberobello, questo abitato trova le sue origini nel XVI secolo. I conti di conversano, infatti, avviarono il popolamento di questo loro feudo onde coltivarne le terre. Fu con il conte Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona (1600-1665) che Alberobello si espanse. Infatti, il conte edificò alcune strutture per la comunità (oratorio, locanda) ma consentì agli abitanti solo l’edificazione di edifici a secco. Questo espediente gli consentiva di evitare il pagamento delle tasse regie dovute dai feudatari qualora avessero voluto sviluppare nuovi abitati.

La disponibilità di pietra calcarea e l’antica tradizione delle costruzioni a thòlos fecero il resto.

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Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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