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Gravina Sotterranea: la civiltà del tufo

Per Gravina in Puglia è il caso di dire che nel suo nome è racchiusa la sua storia. Infatti, questo antico centro in terra di Puglia ma solo ad una trentina di chilometri da Matera, ha la medesima conformazione naturale di quest’ultima.

Un profondo burrone – la gravina, appunto – taglia in due un pianoro. La Gravina di oggi sorge su un lato di esso, ma quella antica sorgeva sull’altro. Parliamo di un tempo antico: certamente prima del VII secolo a.C.. Poi divenne romana e crebbe d’importanza a motivo del passaggio della Via Appia, la consolare che univa Roma a Brindisi, dunque all’Adriatico meridionale.

Gravina in Puglia: la città ipogea

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Gravina Sotterranea

Ma la prosperità termina con l’arrivo dei visigoti prima e dei vandali poi. La città è distrutta e gli abitanti costretti a trovare rifugio altrove. Il luogo scelto non è lontano, semplicemente l’altro lato del burrone, dove oggi sorge la Gravina di Puglia che conosciamo. Ma l’approccio è diverso: non una città fatta di case ma una città rupestre, scavata nel morbido tufo del pianoro.

I tempi cambiano in meglio, i pericoli diminuiscono e lentamente inizia a nascere un paese alla luce del sole. Nel 1436 Francesco Orsini (?-1456) diviene il primo Duca di Gravina e l’arrivo dei nuovi feudatari genera lo sviluppo di quella comunità.

Quello che rende unica questa storia è però il lato urbanistico di questo sviluppo. Infatti, il materiale per la costruzione di abitazioni, chiese e palazzi viene scavato direttamente nei cantieri dove si andrà ad edificare, cioè sotto gli edifici.

Ecco così che alla iniziale città rupestre si aggiunge un formidabile numero di cave urbane (forse 2.500), una per ogni edificio. Cave realizzate con attenzione, con forme a volta, così da reggere il peso delle costruzioni poste al di sopra di esse.

Ma terminata la costruzione, cosa fare delle cave? Nascono così magazzini, cantine, cisterne ma anche locali dedicati alla produzione del vino e la gigantesca dispensa di Palazzo Orsini.

Gravina Sotterranea: la visita

Oggi, grazie al prezioso lavoro dei volontari di Gravina Sotterranea, questa preziosa testimonianza di architettura e di storia è divenuta fruibile dal pubblico.

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Gravina sotterranea – Taglio nel Tufo

La passeggiata sotterranea rivela un mondo non solo scenograficamente memorabile ma anche di grande interesse dal punto di vista sociale. Il duro lavoro dei cavatori, le tradizioni della vinificazione, le modalità di conservazione dei cibi e la gestione delle scorte d’acqua raccontano della vita della Gravina di un tempo durante il percorso ipogeo.

Il capolavoro di Gravina Sotterranea è, probabilmente, la dispensa (se così vogliamo chiamarla) del Palazzo Ducale (vedi foto di copertina), la residenza del ramo di Gravina della famiglia Orsini. Una sala sotterranea di dimensioni e cubatura vastissime con appositi nicchioni scavati nelle pareti di tufo.

Qui venivano conservate le derrate alimentari del palazzo che la servitù riportava in superfice secondo necessità per imbandire la tavola dei signori di Gravina.

Gravina in Puglia conserva anche un altro tesoro: l’antica Cripta di San Vito Vecchio con i suoi mosaici di matrice bizantina. Salvata da sicura distruzione, essa è ora magistralmente ricollocata presso Museo Ettore Pomarici Santomasi. Qui la cripta è stata ricostruita e gli affreschi (staccati dal supporto originale) ricollocati nella loro esatta posizione. Per saperne di più prima della visita, leggi l’articolo San Vito Vecchio e la cripta salvata.

Associazione Gravina Sotterranea

Via Meucci, 10 (centro storico) – Gravina in Puglia (Ba)
info: 328.5415379 – 368.577726

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Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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