Dominato dal Castello dei Monaldeschi, il borgo di Bolsena degrada dall’antica rocca fino alle sponde del lago dal quale prende il nome. Le sue case di pietra bruna, gli stretti vicoli del quartiere medievale, le sue rive sono state testimoni di fatti entrati nella storia della cristianità ben oltre le sue piccole dimensioni.
Così – complice la posizione strategica sulla Via Cassia – Bolsena si è anche arricchita di architetture ed opere d’arte che ne rendono, al di là dello scenario del lago, la visita consigliabilissima.
Bolsena Santa Cristina e il Corpus Domini
Non tutti i luoghi possono vantare una propria santa. Questo è invece il caso di Bolsena e di Santa Cristina la quale sarebbe stata martirizzata sotto Diocleziano (intorno al 300 d.C.) e sepolta a Bolsena nelle catacombe nei pressi delle quali sorge ora la Basilica di Santa Cristina.
Cristina avrebbe trovato il suo martirio proprio nel lago. Infatti, qui venne gettata con una pesante pietra al collo la quale però galleggiò impedendo ai carnefici di completare la loro opera. La santa venne poi uccisa con due frecce.
Sebbene sul luogo di sepoltura della santa si accavallino diverse tradizioni, resta il fatto che il culto di Santa Cristina è presente d Bolsena addirittura dal IV secolo. Così, la basilica a lei intitolato conserva la suo interno una basilichetta ipogea dove – al di sopra di un sarcofago romano del IV secolo – è posta una statua funebre della santa opera di Benedetto Buglioni (1459-1521).
Tra questi fatti e quelli che hanno reso Bolsena famosa in tutta la cristianità devono passare circa nove secoli.
Infatti, durante l’estate del 1263, mentre celebrava messa a Bolsena, al sacerdote boemo Pietro da Praga – che aveva dubitato della reali presenza di Cristo nell’ostia – quest’ultima, al momento della consacrazione, iniziò a sanguinare sul corporale.
Papa Urbano IV si trovava nel frattempo ad Orvieto e da lui corse Pietro da Praga per renderlo partecipe del miracolo. Fu così che il pontefice da un lato proclamò, 11 agosto del 1264, la solennità del Corpus Domini e, dall’altro, fece erigere il Duomo d’Orvieto per custodire la reliquia del corporale.
La Basilica di Santa Cristina e le terrecotte del Buglioni
Bolsena si distende lungo la Via Cassia che, a sua volta, la separa dal lungolago. Tre dei suoi quattro rioni (San Giovanni, Borgo, Santa Cristina) si sviluppano così in piano mentre il più antico Rione Castello si inerpica verso la Rocca Monaldeschi.
Il pezzo forte è certamente la Basilica di Santa Cristina di origine medievale (al 1115 viene riportata la donazione della chiesa di Santa Cristina dal conte Bernardo al vescovo di Orvieto) ma dalla facciata rinascimentale progettata da Benedetto Buglioni.
In realtà, la chiesa si è sviluppata sulle catacombe dell’antica citta di Volsinii ed accanto alla già citata basilichetta ipogea della santa risalente al X secolo. L’interno della basilica è diviso in tre navate da due file di belle colonne di peperino mentre spiccano le molte terrecotte del Buglioni (allevo di Andrea della Robbia poi divenuto suo concorrente).
Sua l’ampia lunetta in facciata dove, alla destra della Vergine, troviamo Santa Cristina che tiene tra le braccia la pietra del martirio, nonché il ciborio nella cappella della navata di destra. Quest’ultimo pezzo è forse la più pregevole tra le terracotte conservata nella basilica. Nell’ambito della sua articolata concezione, notate la ricerca della tridimensionalità nella cornice intorno allo sportelletto che vuole come riprodurre l’abside di una chiesa.
Sulla parete della navata destra non perdete il crocifisso. Come quello della non lontana Celleno, ha le braccia snodabili. In altra parole, era possibile separarlo dalla croce, richiudere le braccia lungo i fianchi e posizionarlo in una “macchina” per la processione del Venerdì Santo.
Il Castello Monaldeschi
Il castello è il coronamento del sistema difensivo di Bolsena che poteva contare su una cerchia di mura delle quali è ancora possibile scorgere nel borgo le torri superstiti.
Costruito a pochi metri dall’antica città etrusca prima e romana poi di Volsinii, la rocca venne costruita ad opera degli orvietani nel XIII secolo ma deve la sua attuale forma a Ermanno Monaldeschi, podestà di Bolsena a partire dal 1334.
Si articola su due cortili interni e quattro torri angolari. Il camminamento di ronda è interamente percorribile ed offre un magnifico panorama. Il castello è oggi sede del Museo del Territorio.
Bolsena: la storia
La prima testimonianza dell’esistenza di una città etrusca dal nome di Velsna in un’area prossima a quella dell’attuale Bolsena risala al 391 a.C.. Essa fu conquistata dai romani nel 280 a.C. e, intorno al 264 a.C., si spostarono in un nuovo abitato che rese il nome di Volsinii.
Con la caduta dell’Impero Romano, come tutta l’area, passò sotto il dominio dei longobardi per poi entrare a far parte del patrimonio della chiesa grazie alla donazione di Carlo Magno nel 774
Nel 1186 passò nel dominio di Orvieto – insieme con Viterbo i due comuni dominanti tra Tuscia e Tiberina – che la tenne fino al 1251 per poi riconquistarla nel 1294 fino a che non rientrò nei domini del papa.
Dopo una rivolta nel 1375, Gregorio XI – l’ultimo dei papi di Avignone – la riconquistò nel 1377 facendone abbattere le mura e riportandola sotto il dominio di Roma. Martino V Colonna (1417-1431) vi infeudò la famiglia orvietana dei Monaldeschi della Cervara per poi ritornare, nel 1451, alla Chiesa.
Fu sede vescovile fin dal V secolo.
Lago di Bolsena
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