La Chiesa di San Salvatore ad Ognissanti – lungo Borgo Ognissanti sull’omonima piazza – non è annoverata tra le grandi chiese fiorentine la cui visita è un must, ma custodisce diversi tesori. Tra questi, uno splendido crocifisso di Giotto. Dunque, se percorrendo il Lungarno vi ritroverete a passarci davanti non mancate di entrare.
Quella che vedete oggi è. in realtà, il frutto degli interventi effettuati nel XVI e XVII secolo ma l’edificio originale risale al XIII secolo.
Gli Umiliati: chi erano?
Infatti, la prima chiesa dal titolo di Ognissanti (ad honorem sanctorum omnium) venne realizzata a metà del XIII secolo.
A volerla l’ordine degli Umiliati giunto in quegli anni a Firenze. Essi costituivano un ordine religioso pauperista che aveva avuto la propria origine ad Alessandria. Riconosciuti da Innocenzo III nel 1201 essi raccoglievano sia laici che religiosi.
Sorti per affermare il rispetto dei valori originari del cristianesimo, la dedizione al lavoro aveva un ruolo centrale tra i loro principi. Dediti alla lavorazione della lana e del vetro, erano giunti a Firenze nel 1239 e si erano affermati grazie alla significativa crescita delle loro potenza economica.
Così, nel 1251 realizzarono una prima chiesa, poi un oratorio e successivamente un complesso conventuale che sarebbe stato completato verso la fine del secolo.
Chiesa di San Salvatore ad Ognissanti: il Crocifisso di Giotto
La chiesa odierna è costituita da un’unica ampia navata con altari su ambo i lati. Al termine della navata, l’altare maggiore al centro di un ampio transetto sul quale si aprono una serie di cappelle.
I tesori più preziosi della chiesa di San Salvatore ad Ognissanti sono, secondo me, proprio quelli più antichi. Al termine del transetto di sinistra, domina la scena il grande crocifisso di Giotto. Assai ben conservato, è anche perfettamente e scenograficamente illuminato. Una bella visione.
Del resto, sull’altare maggiore gli Umiliati avevano collocato la Maestà di Giotto (1267-1337) oggi agli Uffizi. Dunque la chiesa era ben nota all’iniziatore della pittura moderna.
Taddeo Gaddi: la Crocifissione della sagrestia

Nella sagrestia di San Salvatore ad Ognissanti (alla quale si accede dal transetto di sinistra) è conservata una bella Crocifissione di Taddeo Gaddi (1290-1366).
Taddeo, figlio del mosaicista e pittore Gaddo, fu a sua volta padre dei tre fratelli pittori Giovanni, Agnolo e Niccolò.
Fu allievo diretto di Giotto la cui bottega frequentò per oltre venti anni dal 1313 al 1337.
La crocifissione, realizzata nel 1366, è in ottimo stato di conservazione, riprende i canoni giotteschi con gli angeli intorno alla croce e la Maddalena ai piedi del Cristo.
Botticelli e Ghirlandaio a San Salvatore ad Ognissanti
Nel secolo successivo, la chiesa accolse opere di Sandro Botticelli (1445-1510) e di Domenico Ghirlandaio (1449-1494).
Tra il 1470 e il 1472 Ghirlandaio affresco sopra l’altare della famiglia Vespucci (il secondo a destra) una Madonna della Misericordia e una Pietà.
Nel 1480 ambedue i maestri si cimentarono, ad affresco, su un tema simile. Botticelli dipinse Sant’Agostino nello studio e Ghirlandaio eseguì un San Girolamo nello studio.
Oggi ambedue gli affreschi sono staccati e si trovano esposti a metà navata uno di fronte all’altro (Botticelli a lato destro, Ghirlandaio a quello sinistro).
Sempre nel 1480, infine, Domenico Ghirlandaio dipinse l’Ultima Cena ancora oggi nel refettorio del convento.
La chiesa di San Salvatore ad Ognissanti passò poi da un Ghirlandaio all’altro. Infatti, al figlio di Domenico, Ridolfo (1483-1561) sono dovuti i due affreschi che ornano (navata sinistra) l’altare della Trinità. Si tratta di un’Incoronazione di Maria e di una Santissima Trinità.
San Salvatore ad Ognissanti: dagli Umiliati ai Francescani
Il movimento degli Umiliati nel tempo perde vigore e peso. Così, nel 1571 la loro chiesa passa ai Francescani ed assume il nome attuale. I Francescani effettuano interventi sia strutturali (con la costruzione di due chiostri) che artistici.
All’inizio del XVII secolo Jacopo Ligozzi progetta e fa realizzare l’altare in pietre dure. L’architetto Matteo Nigetti (1560-1648) progetta l’attuale facciata che viene realizzata nel 1637.
Nel 1770 Giuseppe Romei (1714-1785) affresca il soffitto della navata con la Gloria di San Francesco. Il santo è rappresentato a metà dell’affresco sulla sinistra. Sulla destra è invece la Vergine mentre al centro verso l’altare maggiore si trovano Gesù e lo Spirito Santo verso i quali guarda Francesco.
Per dare profondità alla scena Romei dipinge tutto intorno alla’affresco un’ampia cornice. Soprattutto, nel lato corto verso l’altare maggiore, impiega la tecnica del trompe l’oeil per realizzare un’ampia balconata dove vengono rappresentati due angeli.
La lunetta di Benedetto Buglioni a San Salvatore
Sulla facciata viene posta l’importante lunetta che ancora oggi l’adorna. L’opera – un’Incoronazione della Vergine – è attribuita a Benedetto Buglioni (1459-1521), allievo di Andrea della Robbia.
La bella lunetta è divisa in due registri. Nella parte alta l’Incoronazione della Vergine tra dodici angeli musicanti. Nel registro inferiore sette raffigurazioni di santi con San Pietro al centro che regge le chiavi. Alla sua destra (sinistra per chi osserva) San Giovanni Battista. A sinistra un santo pontefice.
La chiesa di San Salvatore ad Ognissanti custodisce ancora come reliquia un saio di San Francesco ivi portato nel 1571. Si vuole che esso il saio indossato dal santo quando ricevette nel 1224 le stimmate alla Verna.
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