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Valentano sul Lago di Bolsena: visita e storia

Visitare Valentano, posta su una delle creste dell’antico cratere vulcanico che accoglie il Lago di Bolsena, è un’ottima idea per la bella vista sul lago, la grande Rocca Farnese, il Museo Civico e l’antico borgo.

Valentano Visita: Porta Magenta e mura

Le strade del raccolto centro storico si aprono con la bella Porta Magenta realizzata con il tufo scurissimo, nero, valentano rocca farneseassolutamente scenografico. La porta, sebbene realizzata da Pio VI nel 1777 (è suo lo stemma che la sovrasta e guardate anche il bel mascherone), è della anche “del Vignola” in quanto sembra sia stata realizzata su un suo antico disegno.

Nella sua prima versione, Porta Magenta – allora con il nome di Porta Romana – era stata fatta costruire nel 1417 da Martino V Colonna. Ma, come detto, venne poi riedificata dopo il suo crollo da Pio VI.

Originariamente, Valentano era difesa da una cinta muraria le cui origini sarebbero tracciate all’XI secolo come anche la prima edificazione della rocca.

Una importante rifortificazione data probabilmente al 1296 quando venne costruito il possente torrione ottagonale della stessa rocca. Fino al XIX secolo le mura erano ancora in sito poi, come purtroppo è capitato a tanti nostri borghi, hanno ceduto il passo all’allargamento del centro urbano.

Valentano: la Rocca Farnese

Valentano Rocca Farnese Lago BolsenaInerpicandoci per le stradine del borgo, raggiungiamo la sua sommità. Qui troviamo un ampio complesso – in parte difensivo in parte sacro – che ha il suo nucleo intorno alla Rocca Farnese.

I Farnese, in realtà, vi arrivano nel 1354 e intervennero sulla struttura preesistente (vedi sopra). Nel 1488 viene realizzato il cortile “a chiostro” con i pregevoli capitelli di tufo in occasione delle nozze di Angelo Farnese con Lella Orsini.

Nel ‘500 vengono realizzati ulteriori abbellimenti, quali il grande camino monumentale (veramente ragguardevole) che si vuole disegnato dal Vignola. Ancora una volta, c’è un matrimonio all’origine dei lavori: siamo nel 1519 ed a sposarsi sono Pier Luigi Farnese e Girolama Orsini.

Esauritosi il potere dei Farnese su quello che era il Ducato di Castro, gli edifici passarono alla comunità di Valentano. A partire dal 1731, la rocca, trasformatasi negli anni in una residenza signorile, fu adibita a convento di clausura per l’ordine delle Domenicane.

E’ assolutamente consigliabile salire fino alla sommità del grande torrione ottagonale (tanto più che c’è l’ascensore!). La vista spazia per 360° all’orizzonte contemplando, tra l’altro, per intero il Lago di Bolsena.

Il Museo Civico di Valentano

La Rocca Farnese ospita il Museo Civico che merita la visita sia per la ricca collezione di reperti preistorici, tra i quali una spettacolare zanna di mammut, sia per quella di reperti archeologici. Ambedue testimoniano come sia in epoche assai remote che più vicine a noi, l’area di Valentano fosse intensamente antropizzata.

Una saletta apposita, ricavata nel torrione ottagonale, è dedicata alla Tavoletta Enigmatica della Caldera di Latera, unico manufatto della sua tipologia fino ad oggi rinvenuto nell’intero Lazio.Valentano Lago di Bolsena

Collegiata di San Giovanni

Sulla medesima piazza della rocca, affaccia la Collegiata di San Giovanni. Edificio di origine romanica che però nei secoli ha Valentano visitaassunto sembianze barocche. Bello e drammatico anche qui l’uso del tufo nero per il portale. I tre stemmi appartengono al Cardinale Alessandro Farnese il Giovane (1520-1589), al Vescovo di Montefiscone Gerolamo Bentivoglio ed alla comunità di San Giovanni Evangelista.

Fu proprio in questa chiesa che avvenne il matrimonio di Pier Luigi Farnese e Girolama Orsini dal quale nacque il Cardinale Alessandro Farnese, venuto alla luce proprio a Valentano.

Fu uno dei protagonisti della storia della Chiesa nel XVI secolo e grande appassionato d’arte: a lui si deve la costruzione del Palazzo Farnese di Caprarola.

 

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.