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Sant’Angelo in Pescheria: tra tempio e chiesa

Sant’Angelo in Pescheria è una chiesa come se ne possono incontrare (probabilmente) solo a Roma. Pochi edifici sacri possono infatti vantare i resti di un tempio romano come facciata.

Ad essere pignoli, non si tratta esattamente di un tempio, ma del propileo del Portico d’Ottavia. Cioè dei resti dell’acceso al porticato che cingeva i templi di Giunone Regina e Giova Statore oggi chiesa di sant'angelo in pescheria portico d'ottavia romapersi.

Comunque un setting unico risalente all’impero di Ottaviano Augusto. Il luogo – centralissimo nella Roma antica – era già sede di chiese databili alle origini del cristianesimo. Nella seconda metà dell’VII secolo d.C., al posto di una preesistente chiesa dedicata a San Paolo, ne venne eretta una dal titolo di San Michele (arcangelo), detta poi Sant’Angelo. A costuirla Teodoto, zio di papa Adriano I, come indica la lapide dedicatoria.

Il caso volle che il Portico d’Ottavia divenisse poi sede del mercato del pesce. Così, dal XII secolo, San Miche diviene in foro piscium, cioè in pescheria

Sant’Angelo in Pescheria: un po’ di storia

Quando ti trovi a un passo dal Campidoglio e ad un altro dall’Isola Tiberina, qualcosa intorno ti dovrà pur succedere. Così il 20 maggio del 1347 è proprio da San Michele in Pescheria che Cola di Rienzo, ritiratosi in preghiera, muove in armi alla conquista del Campidoglio.

Nel 1555 viene creato il ghetto ebraico di Roma ed il Portico d’Ottavia ne segna l’ultima propagine verso il campidoglio. Così, quando nel 1823 il cardinale Annibale della Genga (poi Leone XII) ripristina la predicazione agli ebrei cinque volte l’anno, questa vene tenuta proprio a San Michele in Pescheria. Sarà poi abolita nel 1847.

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Il 13 luglio del 1873 il cardinale Ruggero Antici Mattei ne consacra l’altare maggiore. Il fatto interessante, è che il cardinale Mattei fosse il Patriarca Latino di Costantinopoli. Un titolo ormai solo nominale nel XIX secolo (Paolo VI lo abolirà nel 1964) ma nato nel 1204 come risultato dell’occupazione di Costantinopoli da parte della Quarta Crociata.

Gli interni

Cliccando più sotto potrete aprire una scheda sulla chiesa (completa e utilissima per la visita) compilata dall’Istituto di Studi Romani. Vi consiglio di usarla. Qui di seguito, invece, alcune sant'angelo in pescheria roma portico d'ottaviaconsiderazioni più sintetiche.

Debbo dire che ciò che mi ha incuriosito di più è un oggetto in penombra sotto la cantoria sul lato sinistro della chiesa. Murata nella parete vi è una lunga lapide di marmo. E’ la lapide per la dedicazione della chiesa, quindi risalente all’VIII secolo.

La chiesa di San Michele in Pescheria si presenta con tre navate. Il suo pezzo forte è la Cappella di Sant’Andrea, al termine della navata destra. Era la cappella dell’Università dei Pescivendoli realizzata intorno al 1570. Sopra l’altare un olio su tela che ritrae Sant’Andrea attribuito al Vasari. Certamente una figura forte ed imponente e di buona qualità, ma forse più della bottega che del Vasari stesso. Sul soffitto della cappella, ancora una volta, scene della vita del santo.

Bello il pavimento che ospita lo stemma in marmo policromo dell’Università dei Pescivendoli con pesci, uccelli e un cervo.

La navata di sinistra, inizia con una grande altare in stucco policromo seicentesco che ospita un crocifisso. Nella cappella in fondo alla navata, sul lato sinistro, un affresco staccato. Rappresenta la Vergine con il Bambino tra una coppia di angeli. E’ attribuita a Benozzo Gozzoli ma, anche in questo caso, opterei per un lavoro di bottega.

Clicca per la Scheda di Sant’Angelo in Pescheria

 

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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