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Ville e castelli della Via Aurelia

di Eleonora Roscioni

Il territorio a nord di Roma, in prossimità della via Aurelia, è ricco di antichi castelli e ville romane. Archeoetruria, in un apposito convegno, ha fornito diversi elementi a tal proposito.

I castelli di Santa Marinella e Santa Severa nella pittura

Diversi pittori hanno rappresentato i castelli di Santa Marinella e di Santa Severa con grande fedeltà, anche se appartengono ad una corrente artistica, che possiamo definire del “paesaggio ideale,” vale a dire tendente ad arricchire di elementi non pertinenti, di altre località, il paesaggio reale. In particolare è stata evidenziata la personalità di Claude Lorrain, detto il lorenese, che ha operato intorno alla prima metà del XVII secolo. Di lui possediamo il “Liber Veritatis,” un album di 195 disegni, raccolti per tutelare il suo operato. Un altro pittore – come ha rappresentato nel suo excursus Glauco Stracci – che ha riprodotto edifici, costruzione e elementi del paesaggio e del territorio di Santa Marinella, come appunto fontanili, animali, torri e villa Sacchetti è stato il Reinhardt, che fu inviato dall’Imperatore d’Austria a riportare anche architetture di Roma e dei suoi dintorni, come le Quattro Fontane, la grotta di Cervara, le cascate di Tivoli e nel 1827 portò a termine il suo compito nelle località tirreniche.

Le ville rustiche romane

Le ville romane sono state l’argomento affrontato da Vincenzo Allegrezza. Queste erano intese come insediamenti rustici dedicati alle attività agricole. Il relatore ha anche accennato al fatto che alcuni olivi selvatici ancora presenti nella nostra zona, potrebbero essere originari di quell’epoca. Le ville rustiche si trovavano principalmente sulle Colline dell’Argento e in località Capo D’Acqua, mentre alcuni di questi olivi di origine romana potrebbero essere quelli della zona intorno alla Ficoncella, in territorio civitavecchiese. Un ultimo accenno è stato fatto agli scavi di Castrum Novum, dove c’era un’antica villa appartenente al III-IV secolo d. C. Sono stati infatti trovati moltissimi torchi a dimostrazione di questo tipo di coltivazione e vocazione dell’agricoltura di quel territorio.

Il Castello di Torrimpietra

Infine la dottoressa Squaglia ha trattato la storia del castello di Torrimpietra. La struttura sorse tra il XII e il XIV secolo e si chiamava “Castrum Castiglionis.” Inizialmente furono i Normanni e gli Alberteschi a occuparlo. Il primo testamento che lo menziona è del 1254. Torrimpietra era chiamata anche la torre del Pagliaccetto dal nome del fattore della famiglia Falconieri, la quale subentrò nella proprietà, nobilitandola grazie al supporto degli architetti Nicola Marchetti, Ferdinando Fuga e al pittore Piernicola Ghezzi. Il primo documento che cita la zona chiamandola con il nome di Torrimpietra è del 1549. Tra i proprietari viene nominata anche Camilla Peretti della famiglia di papa Sisto V (1585-1590). Nel 1723 la chiesa vicino al castello divenne parrocchia rurale per volontà dell’allora vescovo di Porto, Pietro Francesco Orsini, e futuro papa Benedetto XIII (1715-1724), che consentì a Alessandro Falconieri di prendere anche la porpora cardinalizia nel 1724. Una preziosa presenza in questo edificio sacro è una collezione di epigrafi paleocristiane, studiate da Alessandra Squaglia e provenienti dalle catacombe romane. Infine nel 1926 la Società Bonifica Agraria vendette la proprietà, oggi divenuta tenuta, a Luigi Albertini.