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Museo delle Confraternite di Orte

Il Museo delle Confraternite di Orte è una piccola sala delle meraviglie, di testimonianze di fede e devozione antiche ma ancora vive. Tanto vive che, ancora oggi, forse nove secoli dopo la prima volta, quegli oggetti, quelle testimonianze, ancora escono in processione.

Perché Orte ha due vicende da raccontare, due eventi che travalicano di gran lunga i suoi confini per acquisire un’importanza storica nello museo delle confraternite ortesviluppo della nostra società così come la conosciamo oggi. Forse la più antica confraternita di laici d’Italia – la Confraternita di Santa Croce, sicuramente già vigorosa nel 1159 – e la altrettanto antica Processione del Cristo Morto, la sera del Venerdì Santo.

La più antica confraternita laica d’Italia

L’importanza del fenomeno delle confraternite di laici per l’evoluzione della società civile italiana fin dal Medio Evo, è ben spiegata da Don Delfo Gioacchini, sacerdote e storico ortano, il quale nel suo libro “Le confraternite nella comunità ortana”, individua le confraternite come: “…quel vasto fenomeno associativo di schietta marca popolare, nato dal bisogno del popolo di promuovere opere di pietà e di carità, di partecipare alla gestione della cosa pubblica, sia civile che ecclesiale, e dalla volontà di individuare ed affrontare insieme i problemi più vivi della convivenza comune. Furono queste strutture associative, nei secoli passati, che permisero alla società di superare pestilenze e carestie, grazie appunto ad un laicato impegnato, rigorosamente democratico…”.

museo delle confraternite orteDa questo “movimento”, come lo chiameremmo oggi, Orte è stata coinvolta in modo particolarmente significativo. Infatti, se le confraternite erano una realtà assolutamente diffusa in ogni centro urbano di una qualche dimensione, raramente se ne potevano contare tante come qui. Otto sono infatti le confraternite ortane ancora oggi attive e, dal 1946, integrate in un’unica “amministrazione”, quella delle Confraternite Riunite di Orte. Ad esse vanno poi aggiunte quelle estintesi nel corso dei secoli: nel complesso, si raggiunge il numero, veramente considerevole, di diciannove.

Alle sue confraternite Orte deve molto, anche nelle testimonianze, per così dire, materiali. Gli “ospedali” sorti nei secoli – con funzioni diverse da quelle degli ospedali di oggi – che però hanno saputo evolversi fino a trasformarsi nell’ospedale cittadino che ha avuto sede ad Orte fino a pochi anni fa. Agli ospedali vanno poi aggiunte le chiese costruite dalle confraternite e dalle stesse arricchite di opere d’arte.

Il Museo delle Confraternite Riunite di Orte

Il Museo delle Confraternite di Orte è ospitato in quella che era la sacrestia della Confraternita di Santa Croce, nella Chiesa di Sant’Agostino, museo delle confraternite ortesede della confraternita stessa. La collezione che vi è esposta è una testimonianza importante degli “strumenti” utilizzati dalle confraternite nelle proprie funzioni pubbliche, le processioni in primis. E così il museo è fitto di croci, lampioni, tronchetti dei secoli XVII e XVIII. Spiccano la seicentesca croce bianca della Confraternita di Santa Croce con la rappresentazione del serpente, sconfitto dalla croce di Cristo. Poi quella, coeva, nera della Confraternita della Misericordia. Ed ancora quella sempre nera con una mano che lancia i dadi, richiamando la spartizione delle vesti del Cristo.

Le testimonianze più importanti sono però quelle legate alla Processione del Cristo Morto che si tiene il Venerdì Santo. Innanzitutto, appunto, la bara del Cristo Morto del 1626 di legno dorato, il fulcro della processione stessa. Poi la macchina della Madonna Addolorata, ornata da due angeli, ed anch’essa portata a spalla nella Processione del Cristo Morto.

Insomma, un museo che merita senz’altro di essere visitato con attenzione per lo spaccato di storia e di fede che ci racconta.

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Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.