Orte sotterranea con il suo acquedotto etrusco, le colombaie rupestri, il pozzo di neve è un tesoro unico e, per fortuna, amorosamente custodito. L’ Acquedotto Etrusco di Orte rende la visita un’opportunità da non perdere, non solo l’eccezionalità del “manufatto” in se ma per la sua capacità di rendere immediatamente evidenti funzioni ed evoluzioni dell’opera idraulica in un lunghissimo intervallo di quasi venticinque secoli.
Nel suo percorso – la parte visitabile è lunga circa 250 metri– si alternano infatti condotti etruschi, cisterne romane, medievali e rinascimentali, ambienti destinati all’immagazzinamento del grano ed alla pigiatura dell’uva. Il tutto connesso con quelle che sono oggi le cantine di osterie o di abitazioni private. Una città sotterranea, insomma, che la dimensione raccolta rende immediatamente comprensibile e godibile.
L’ Acquedotto Etrusco di Orte
La rete idraulica che corre sotto la Orte medievale è stimata in1.800 metri di cunicoli e sottende alla città come una spina di pesce la cui spina dorsale è rappresentata da un condotto che attraversa tutto l’altopiano da ovest ad est. L’ipotesi è che i cunicoli laterali avessero soprattutto la funzione di captare l’acqua piovana mentre l’asse centrale portava l’acqua dalla sorgente del Colle delle Grazie alle fontane urbane. Del resto, per una comunità che viveva arroccata su una rupe di tufo, l’approvvigionamento dell’acqua era il problema numero uno.
Il sistema dei cunicoli, interamente scavati palmo dopo palmo nella massa tufacea, aveva proprio questo scopo e lo soddisfava brillantemente. Infatti, l’originale impianto etrusco (VI – V secolo a.C.) divenne via via più complesso in epoca romana. Infatti, come leggiamo ne “La Città sotto la Città”, a cura di Giovanni Pastura. “La rete idraulica, basata sulle acque di percolazione, insufficiente al nuovo fabbisogno, (di epoca romana n.d.r.) è stata probabilmente sostituita dall’acquedotto alimentato da sorgenti esterne ed è ipotizzabile che, come documentato per il periodo rinascimentale, anche l’acquedotto romano, convogliate le acque dalle sorgenti situate sul Colle delle Grazie, scendesse attraversando la valletta tra questo e lo sperone roccioso della Bastia, per poi risalire a pressione sulla sua sommità proseguendo su arcate fino alla rupe d’Orte, dove si collegava ai condotti ipogei fino alla fontana di piazza”.
L’impianto romano venne utilizzato per tutto il Medioevo ed il Rinascimento ed anche successivamente i cunicoli vennero impiegati per alloggiare le tubature degli acquedotti successivi.
La visita di Orte Sotterranea
Duecentocinquanta sorprendenti metri di cunicoli visitabili vi attendono proprio ai piedi della scalinata della Cattedrale di Orte. Una rampa di scale vi condurrà alla Fontana Ipogea, punto terminale dell’antico acquedotto ed oggi, viceversa, punto d’ingresso per il visitatore. Da qui inizia il viaggio nei cunicoli della Orte sotterranea con le loro sorprese che sarebbe troppo lungo descrivere nel dettaglio. La grande cisterna posta al di sotto del Vescovado, il cui attuale intonaco interno della fine del XIX secolo testimonia l’uso attento che se ne faceva. Il Pozzo di Cocciopesto: cisterna romana per l’acqua trasformata nel XIII secolo in fossa granaria. I pozzi di luce utilizzati per tirar fuori il materiale di scavo e consentire a luce ed aria di arrivare nelle gallerie durante gli scavi, poi chiusi “a cappuccina”. Le aperture dei cunicoli laterali, ingombri di materiale tufaceo ed ancora da esplorare in un’Orte sotterranea che si preannuncia ancora ricca di sorprese. E poi altre cisterne ed ambienti, a testimoniare l’esistenza di una vera e propria città sotterranea.
Le Colombaie Rupestri
Straordinarie per atmosfera e aspetto sono le colombaie rupestri di cui Orte è ricca. A vederle oggi assumono l’aspetto di originalissime sculture scavate nel tufo un colpo di scalpello dopo l’altro. Invece per lunghi secoli erano luogo di allevamento dei colombi. La colombaia oggi visitabile data al XIII secolo, ma l’allevamento dei colombi era assai praticato anche dai romani.
Si tratta di veri e propri “impianti di produzione”, con caratteristiche tecniche precise: esposizione al sole, vicinanza al corso d’acqua, dimensioni e caratteristiche delle nicchie che ospitavano i colombi erano tutte scelte dettate da precise esigenze di allevamento.. Oggi sono luoghi di suggestione particolarissima.
Il Pozzo di Neve
E’ in realtà l’opera più “moderna” di questa Orte sotterranea, infatti la sua costruzione risale al 1891 anche se ciò avvenne all’interno di un complesso ipogeo medievale. Siamo sotto l’antico ospedale di Orte, in una serie di ambienti dove – probabilmente nel medioevo – vennero “intercettati” i cunicoli di epoca romana dell’acquedotto per asservire il flusso idrico alle esigenze dell’ospedale. Fu così che nel XIX secolo, i ìn quei locali, venne creato un progenitore del frigorifero. Infatti, fin da epoca antica la neve era utilizzata dalle classi sociali più elevati allo scopo di conservare i cibi e raffreddare le bevande. In questo caso, per l’ospedale venne costruito un locale apposito: una struttura circolare ospita il pozzo principale dove veniva pressata la neve portata ad Orte dai Monti Cimini. Un pozzo “di servizio”, accanto, consentiva il deflusso dell’acqua prodotta dallo scioglimento della neve. L’intera stanza dove sono posti ancora oggi i due pozzi, diveniva così la cella frigorifera dell’ospedale. Da notare, nella scala che conduce al “frigorifero” gli scivoli posti esternamente ai due lati della scala utilizzati per far rotolare le botti verso la cantina.
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Orte Sotterranea – Informazioni
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