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Visitare Manhattan: come affrontare la Grande Mela?

Visitare Manhattan richiede idee chiare e programmazione se non volete limitarvi ai soliti itinerari noti. Infatti quest’isola, lunga 21.5 km e larga 3.7, contiene opportunità fantastiche che però bisogna saper scovare.

Farsi un’idea di Manhattan: dal fiume e dall’alto

La prima cosa da fare è capire dove si sia finiti. Certamente potete optare per un giro sugli autobus scoperti hop-on hop-off presenti qui come in ogni altra città del mondo. Ma Manhattan è un’isola e questo ci da una possibilità in più: circumnavigarla in battello. Si tratta di un’esperienza indimenticabile: vedrete le skyline urbane che vi aspettate ma anche luoghi dei quali non avreste mai supposto l’esistenza. Ve lo raccontiamo qui Manhattan: il giro sul fiume Hudson. L’operatore di crociere più noto è Circle Line: per il loro sito cliccate QUI.

Poi, nella città dei grattacieli, c’è il tema di vederla dall’alto. Se non ci siete mai stati prima, il glorioso Empire State building è un must. Lo è per la sua storia e per la vista stunning dal 102° piano. Per il sito ed i biglietti cliccate QUI.

Ovviamente, ci sono anche il Top of the Rock (il roof del Rockefeller Center) o la Freedom Tower al One World Trade Center. Io vorrei però proporvi un approccio dal basso… Iniziando dalla terrazza del Metropolitan Museum in mezzo a Central Park per finire a Brooklyn. Qui, dalla riva dell’Hudson opposta a Manhattan, la vista è memorabile. Trovate tutto raccontato qui Manhattan Skyline: tre prospettive insolite.

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Manhattan dal Metropolitan Museum

Visitare Manhattan a Piedi: Broadway Trail

Dopo essere stati in autobus e in barca, dopo essere saliti sui grattacieli temo tocchi camminare un pò. Del resto questa è la condanna di ogni turista ma, per fortuna, Manhattan è lunga solo 21 km….

Per visitare Manhattan e toccare con mano cosa essa sia e quanto diversa possa essere da un quartiere all’altro, credo che nulla possa equivalere a Broadway. In origine un sentiero indiano (trail in inglese) divenuta la prima strada di Manhattan, attraversa l’isola da sud a nord tagliandola in diagonale. Da Battery Park, dove inizia, fino al limite nord di Manhattan sono 13.5 miglia, dalle 4 alle 5 ore a piedi.

In realtà si può optare per percorrerne solo una parte o dividere il percorso. Trovate in questo articolo i miei consigli Walking on Broadway. Già che ci siete, ecco per voi una curiosità: lungo Broadway troverete tutte le statue che a Manhattan commemorano gli eroi italiani del Risorgimento. Cliccate qui per saperne di più Italiani a New York: le statue delle nostre glorie nazionali

Mentre scegliete il paio di scarpe più adatte, vi dico che esiste su su nel West Side Manhattan (il lato che guarda il New Jersey) un luogo incantato lungo l’Hudson delimitato verso il fiume da Riverside Drive. Salendo verso nord, superata la Columbia University si arriva a Morningside Heights ed alla cattedrale gotica di Riverside Church. Gotica d’aspetto ma non d’età, ovviamente. Qui Manhattan sembra Parigi ed io vi consiglio di leggere Riverside Drive: quando l’Hudson sembra la Senna.

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Riverside Drive – Manhattan

Qualche altra passeggiata

Per par condicio, non possiamo non menzionare qualche altra passeggiata consigliata. Ne avrei almeno tre: una antica, una etnica e una moderna.

La prima riguarda il Greenwich Village. Uno degli insediamenti più antichi di Manhattan nel XVI secolo, noto per le sue tendenze bohemien nel XX, oggi quartiere residenziale upper class, ha mantenuto tratti della New York di un tempo. Va girato a piedi e qui vi raccontiamo come Greenwich Village walkaround

La seconda, quella etnica, include ovviamente Little Italy e Chinatown. Sono due posti molto diversi ma entrambi molto caratteristici. Nello scorso secolo Chinatown era il regno dei Rolex finti, oggi (come allora) del cibo cinese. Little Italy è un quartiere di locali che si veste di luci a settembre per festeggiare San Gennaro. Per preparare la visita leggete Little Italy & Chinatown: viva l’etnico!

E veniamo al moderno, ovvero all’High Line Park che corre per 2 km da Gansevoort Street fino alle 34esima. Siamo nel Lower West Side di Manhattan. Il parco, lungo e stretto, costruito recuperando una linea ferroviaria sopraelevata, parte dal Whitney Museum e arriva su a Hudson Yards percorrendo un’area caratterizzata da interventi architettonici importanti. Lo darei per imperdibile e vi consiglierei la lettura di High Line Park: la ferrovia verde di Lower West Manhattan

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Manhattan dal fiume Hudson

Il Miglio d’Oro di Manhattan

Dalla New York Public Library, che occupa due isolati di Fifth Avenue tra la 40° e la 42° strada, e il Plaza (il famoso albergo) all’angolo tra Fifth e 59° ci passa giusto giusto 1 miglio. Il Miglio d’Oro di Manhattan. In mezzo, all’altezza della 50°, il Rockefeller Center che di Manhattan è l’icona assoluta.

In questo rettangolo a sud di Central Park si concentra il mondo. Le Nazioni Unite su 1st Avenue, l’inconfondibile Chrysler Building (Lexington & 42°), poco oltre Grand Central Station (Park & 42°): una stazione dove andare a pranzo e fare shopping. Il French Building (Fifht & 45°), piccola gemma dell’Art Decò nuiorchese.

E poi la Cattedrale di Saint Patrick (Fifth & 50°), la Trump Tower (Fifth e 56°) con la sua cascata di 24 metri nell’atrio. Sulla 53° Strada, tra Quinta e Sesta, il MOMA, Museum of Modern Art, con le grandi Ninfee di Monet che da sole valgono il viaggio. Superata Fifth Avenue, Times Square, tra Settima e 45esima, con il quartiere dei teatri.

Sono le strade della New York immaginaria. Quelle della grandi firme, dei palazzi delle corporation, delle architetture che ti ritrovi a guardare attonito con il naso all’insù.

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Rockefeller Center – Prometeo

Visitare Manhattan: tra musei e architetture

Manhattan è un luogo di grandi opportunità artistiche ed architettoniche. Abbiamo citato il MOMA, ma il re dei musei “generalisti” si trova qui: il Metropolitan Museum of Art o MET (1000 Fifth Avenue). La sua collezione è così vasta ed articolata che necessita di pensare prima che cosa si voglia andare a vedere, ciò anche per la continua offerta di mostre temporanee. Non lontano il Guggenheim con la sua iconica scala elicoidale e la collezione d’arte moderna e contemporanea. La Frick Collection un esempio esemplare di quel grande collezionismo che ha caratterizzato l’alta borghesia americana tra XIX e XX secolo.

Dal momento che ci troviamo nell’Upper East Side di Manhattan, potrebbe essere il momento giusto per allungarsi fino a St. John the Dìvine. Questa cattedrale ancora in costruzione dopo più di un secolo è un inconfondibile esempio dell’eclettismo americano. Invece di descrivervela, credo sia meglio vederla: se cliccate sul link precedente, troverete oltre l’articolo anche una nutrita photogallery.

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St. John the Divine – Manhattan

Spostandoci verso la parte sud di Manhattan, due ultimi must. A Gansevoort Street, all’inizio dell’High Line Park trovate il Whitney Museum nella sua nuova sede realizzata su progetto di Renzo Piano. Merita di essere visto tanto dall’esterno quanto all’interno ed è anche dotato di roof panoramico.

World Trade Center e l’Oculus di Calatrava

Scendendo verso la punta sud di Manhattan, nell’area un tempo delle Twin Towers, sorgono oggi il World Trade Center ed il National 11 September Memorial. Cuore del World Trade Center è il formidabile Oculus di Calatrava che deve il suo nome alla sua forma. Solo che si tratta di un occhio nel quale si può entrare (anzi si deve). Perché siamo di fronte non solo un capolavoro dell’architettura contemporanea ma anche al cuore logistico del World Trade Center. L’Oculus, infatti, oltre ad ospitare un centro commerciale, è per dimensioni il terzo polo di trasporto pubblico di New York City.

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World Trade Center

 

 

 

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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